DOPPIO CONCERTO. Questa sera e domani anche lei al Filarmonico. La cantautrice con la band e un coro di voci bianche
Verona. Come Bob Dylan che cambia scaletta ogni sera. O Bruce Springsteen che non riesce a replicare due concerti di fila nemmeno se gli sparano. Sono questi gli esempi che ha scelto Elisa per proporre i due spettacoli veronesi, oggi e domani (alle 21) al teatro Filarmonico.
Già il titolo, Ivy I e II rimanda ai primi due dischi dei Led Zeppelin, un primo e secondo che scandiscono fasi, stagioni e umori. E i due show della cantautrice friulana, insieme alla sua band e a un coro di voci bianche, promettono di essere completamente diversi l'uno dall'altro: per scaletta, scenografia, strumentazione ma soprattutto ispirazione. Alla base dei due concerti, l'idea di Ivy, la rilettura in acustico dei brani più significativi della sua carriera; un progetto nato quasi per caso, dopo un concerto a Roma che vide sul palco Elisa con una band ridotta e il piccolo coro Artemia di Torviscosa.
IVY PRIMO, L'ACQUA. Dovrebbe partire dall'elemento in cui è nata la vita, stasera. Con qualche particolarità. L'acqua, infatti, rimanda all'aspetto più sognante, liquido e trasparente del repertorio di Elisa, da sempre divisa tra pop etereo, elettro-organico come potrebbe essere quello di Björk, e rock ispido, elettrico, metallico e infuocato, come quello di Pearl Jam, Nirvana e della prima Alanis Morissette.
Se una parte del suo animo tende infatti al folk e a certe atmosfere nordiche (Björk ma anche i Sigur Rós e la musica impalpabile di altri islandesi come i Múm), evidenziate dagli strumenti acustici, certo è che questa cantante determinata a sperimentare non può lasciare da parte la lezione rock dell'ultima decade, arrivata dai suoni corposi di Pearl Jam e Radiohead, capaci di esprimere rabbia anche attraverso le chitarre acustiche. Le sorprese del set di stasera saranno le reinterpretazioni di Cuore e amore degli Ustmamò e di 1979 degli Smashing Pumpkins.
IL FUOCO, IVY SECONDO. L'altro elemento naturale preso come partenza emotiva è il fuoco, la fiamma che brucia nelle canzoni più appassionate di Elisa, quelle in cui la natura e i sentimenti conducono a sonorità meno eteree. La cantautrice di Luce (tramonti a nord est) ha descritto Ivy II come un concerto terreno, più sanguigno, dove le piante, il bosco e il sole che passa tra i rami rappresentano un fondale dove proiettare una visione ben determinata. Evocare un tipo di realtà altra, lontana dalle metropoli, inserita in quel paesaggio naturale che da sempre ispira la sua arte: è questa la tensione creativa del secondo concerto di Ivy. Curioso che in questi giorni la sua canzone Poems by God sia utilizzata nel progetto internazionale dell'Onu per la sicurezza delle città.
È sua, infatti, la musica nel video che spiega la «Nuova energia per la sicurezza urbana» presentato a Milano e sviluppato dal Laboratorio per la Governance della Sicurezza e l'Anti-terrorismo dell'istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sulla criminalità e il prestigioso Mit di Boston.
Città e natura, sicurezza ed ecologia: luoghi e idee che hanno già trovato in Elisa la loro armonia. G.BR.