Doherty, il rocker maledetto diventa il "maudit" De Musset

"Confessioni di un figlio del secolo", film sul poeta morto a 37 anni dopo una vita vissuta nel segno dell'assenzio

FRANCO GIUBILEI
BOLOGNA

Con quell’aria sfatta da baby-dandy perduto, Pete Doherty non poteva che esordire nel cinema nella parte di uno scrittore maudit. E così è stato: l’ex cantante dei Libertines e attuale leader dei Babyshambles, forse più famoso per la sua love story cocainica con la top model Kate Moss e per le sue intemperanze da rocker vizioso (l’ultima è la condanna a sei mesi di carcere per possesso di crack) che per reali meriti artistici, ha appena finito di girare il suo primo film – Confessioni di un figlio del secolo - indossando la tuba di Alfred de Musset. Poeta e drammaturgo romantico dell’800, morto a soli 37 anni dopo una vita vissuta nel segno dell’alcol e dell’assenzio, le droghe dell’epoca. Un ruolo perfetto per Doherty, deve aver pensato la regista Sylvie Verheyde quando ha ingaggiato uno dei musicisti più turbolenti e irregolari della scena britannica affiancandolo a Charlotte Gainsbourg che da parte sua, con quel cognome, ricorda immediatamente un maledetto vero come il padre Serge.
In ogni caso, smentendo la fama da tossico piantagrane che lo accompagna, il cantante sul set è stato irreprensibile, come ha confidato al giornale inglese The Guardian la stessa Verheyde: «E’ andata benissimo. Non ero una sua fan prima e ovviamente conoscevo la sua reputazione, ma ho stabilito le regole e lui le ha accettate. E’ stato puntuale ogni giorno, non si è mai presentato coi postumi di una sbornia e non ha mai mancato una singola ripresa». Promosso a pieni voti insomma, ancora meglio di un attore consumato: «In effetti si è rivelato una persona molto più piacevole di tanti attori professionisti. E’ colto, letterario, sincero e ha profondità emotiva». Tutte qualità importanti per dare corpo al protagonista del film, Octavian, ritagliato sulla figura di de Musset: vissuto fra il 1810 e il 1857 a Parigi, romantico e pre-decadente, lo scrittore e la sua storia d’amore con George Sand avevano già ispirato una pellicola, Les Enfants du Siècle, con Benoit Magimel e Juliette Binoche. Stavolta invece, a vestire i panni della scrittrice libera e indipendente con cui de Musset partì per un viaggio in Italia che gli avrebbe anche ispirato un dramma teatrale, è stata chiamata la Gainsbourg. Le immagini filtrate dal set rimandano un Pete Doherty pienamente a suo agio nell’abito ottocentesco (malgrado un tatuaggio sul collo col nome del figlio Astile faccia capolino dal colletto della camicia…), ma soprattutto in naturale sintonia con l’animo tormentato del protagonista. Nel film, Pete si innamora della Gainsbourg per poi consumarsi nella disperazione quando si convince che la giovane vedova lo ha tradito. Girata in Francia ma in lingua inglese, la pellicola ha incontrato qualche difficoltà finanziaria, sforando di 25mila euro rispetto al budget previsto – si tratta di un film a basso costo -, tanto che la produzione ha deciso di recuperare facendo leva sulla popolarità di cui Doherty gode Oltralpe: ne è nata una specie di sottoscrizione pubblica, con invito ai fan ad anticipare piccole somme di denaro in cambio di dvd, biglietti del cinema e foto di scena. Anche l’accoppiata Doherty-Gainsbourg appassiona il pubblico francese, per l’idea di mettere insieme sullo schermo un dannato del rock’n’roll con la figlia dello chansonnier più provocatorio di Francia. La regista racconta che l’attrice le ha confidato che sì, in effetti «Pete le ricorda un po’ suo padre». Intanto l’attualità ha bussato alla porta della vita di eccessi di Doherty, con la lettura della sentenza del processo intentatogli a Londra per possesso di cocaina: sei mesi di carcere. Se ne verrà fuori, tornerà a recitare con un altro ragazzo difficile, l’ex bambino di Mamma ho perso l’aereo Macaulay Culkin, in un film di Adam Green.

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