Referendum? Sei film per un voto cosciente

Aspettando i Referendum popolari abrogativi del 12 e 13 giugno, ecco qualche suggerimento cinematografico per riflettere sui temi affrontati nei quesiti sui quali i cittadini saranno chiamati ad esprimersi.
Il primo quesito riguarda la gestione pubblica e/o privata del servizio idrico in Italia: a tal proposito ritorna alla mente un vecchio film di Joseph Anthony del 1956, con protagonisti Katharine Hepburn e Burt LanCaster, dal titolo Il mago della pioggia, in cui una prolungata siccità mette in ginocchio le campagne del sud degli Stati Uniti nei primi del Novecento; uno strambo predicatore promette di far arrivare la pioggia e una zitella sognatrice ne rimarrà affascinata. E l'acqua, chissà come, arriva per davvero. Il tema di disagio sociale e ambientale fa da sfondo ad una commedia romantica superbamente recitata.
Il secondo quesito chiama ad esprimersi sulla possibilità che ha il gestore del servizio idrico di aumentare il suo profitto qualora lo ritenesse necessario: il regista Sam Peckinpah, nel film La ballata di Cable Hogue del 1970, racconta la storia di un cercatore d'oro, abbandonato nel deserto dai compagni, che scopre una preziosa vena d'acqua: si salva e si arricchisce a dismisura creando una stazione di ristoro ma verrà drammaticamente travolto dal progresso capitalista. Un film politico e crepuscolare, il cui messaggio reazionario all'epoca non venne apprezzato.
Il terzo interrogativo referendario è legato alla costruzione di centrali nucleari in territorio italiano:Sindrome cinese è un film del 1979, diretto da James Bridges ed interpretato da Jane Fonda, Jack Lemmon e Michael Douglas. Il titolo fa riferimento all'ipotetica esplosione atomica che, generata negli Stati Uniti, perforerebbe la crosta terrestre fino ad arrivare alla Cina. Il film parte, infatti, da un gravissimo guasto in una centrale nucleare californiana di cui sono testimoni due giornalisti televisivi che vorrebbero diffondere la notizia; i pezzi grossi gli remano contro, ma un coraggioso ingegnere mette a rischio la sua vita in nome della verità. Grande cinema di denuncia che, seppur di fantasia, profetizzò veri disastri nucleari; Silkwood, diretto nel 1983 da Mike Nichols ed interpretato da Meryl Streep, Kurt Russell e Cher, è la storia vera di Karen Silkwood, operaia in una fabbrica di materiale atomico dell'Oklahoma che, scoperta la contaminazione di una collega, denuncia al sindacato le condizioni irregolari dell'azienda; la sua battaglia viene boicottata, resta a sua volta contaminata e morirà in un misterioso incidente stradale proprio prima di rilasciare un'intervista al New York Times. Film militante dal forte impegno civile, con una magnifica Streep; in Sogni (1990) di Akira Kurosawa, l'episodio "Fujiyama in rosso" mostra il vulcano in eruzione che manda fuori controllo le centrali nucleari circostanti e la gente che tenta la fuga per non rischiare il contagio: tragicamente attuale, da un maestro di arte visionaria.
L'ultimo quesito, sulla possibilità del Presidente del Consiglio e dei Ministri di non presentarsi in aula di tribunale invocando il legittimo impedimento, richiama il segmento "Adelina" (in foto un "frame" tratto da internet) del celeberrimo film di Vittorio De Sica Ieri oggi domani (1963, premio Oscar come miglior film straniero), che racconta lo stratagemma adottato da una vivace contrabbandiera di sigarette di Forcella per evitare il carcere: essere costantemente in stato interessante. Ma la Loren è la Loren ed anche il mitico Mastroianni ad un certo punto accusa un esaurimento... La sceneggiatura è del grande Eduardo De Filippo.
Una proposta di sei film da vedere (o rivedere). Sei pellicole in grado di offrire interessati spunti di riflessione per un voto espresso con coscienza. (IlGrecale/Giuseppe D'Errico)