Quando un regista come Dominik Moll, in concorso a Cannes nel 2000 con Harry: un amico vero e nel 2005 con Lemming, si associa a un attore brillante come Vincent Cassel, la curiosità sorge spontanea. Nell'adattare Le Moine di Matthew Lewis (1796), spesso qualificato come il primo romanzo gotico, il cineasta, appassionato di ambientazioni inquietanti e di personalità ambigue, stavolta si immerge direttamente nel cuore delle tenebre dove si affrontano il Bene e il Male, nelle piaghe dei conflitti interiori umani, in un luogo in cui realtà e misticismo di mescolano pericolosamente.
Film in costume senza l'ossessione della ricostruzione storica e opera fedele alla tradizione fantastica (fantasmi, magia nera, garguglie, temporale, cimitero, esorcismo, maschere…), Le Moine fa il ritratto di un uomo in preda ai suoi demoni e ai meccanismi inesorabili di un karma malefico. Ma questo strano film, che mischia eccellenza cinematografica e rigidità di sceneggiatura, non si accontenta di esaminare l'impatto delle forze invisibili sulla psiche, ma espone anche le conseguenze della mancanza d'amore e il potere delle pulsioni tanto più violente quanto più si cerca di arginarle.
Nel 1595, un bambino viene abbandonato davanti a un convento di cappuccini vicino Madrid. Allevato dai monaci, Ambrosio (Vincent Cassel) diventa un predicatore stimato e temuto, incarnazione della perfezione morale. Impeccabile ("Ogni peccatore commette peccati a lui commisurati, Dio li condanna tutti"), non esita a denunciare una giovane religiosa innamorata e condannata dalla sua superiora a una morte lenta ("Subirete il supplizio della fame e della sete fino a quando non restituirete la vostra anima"). Ma un giovane personaggio mascherato si stabilisce nel convento e Ambrosio è travolto da un sogno premonitore (un tetto, un rapace nel cielo, una donna in rosso). Il male è entrato, il passato si rivela "il fuoco della verità" e un veleno investe l'anima del monaco "sospeso sull'orlo della bocca dell'Inferno". Una possessione che gli farà commettere peccati sempre più gravi.
Diretto magnificamente, specialmente per l'ottimo lavoro sui contrasti di luce, gli azzardi stilistici (immagini sovrapposte) e le inquadrature alla Vélasquez, Le Moine è sostenuto da un eccellente Vincent Cassel (la cui abituale energia è stavolta completamente introversa) e da solidi personaggi secondari (tra cui Catherine Mouchet e Géraldine Chaplin). Anche se gli aspetti fantastici appaiono piuttosto artificiali e la trama un po' troppo meccanica, Dominik Moll riesce a creare un'atmosfera sufficientemente forte da portare lo spettatore a condividere le angosce del suo protagonista. Perché più che le irregolari e inevitabili peripezie del genere, è la trama psicologico-mistica che dà al film il suo valore principale, oscillante tra esorcismo ("Andate, non tornate mai più") e tentazione ("Dammi la tua anima, riconsci il mio potere e io ti offro l'eternità").
Distribuito mercoledì 13 luglio in Francia dal suo produttore Diaphana, Le Moine, coprodotto dagli spagnoli di Morena Films e venduto nel mondo da Memento Films International, uscirà prossimamente in numerosi territori.
Fabien Lemercier