"Sarò suora o diva del cinema" Madonna & co, lettere da star

Un blog pubblica un documento inedito del 1979, in cui la cantante allora 21enne si propone al regista di un thriller erotico. Ma sono tante le missive di personaggi celebri che svelano loro lati nascosti: dai cruciverba di Frank Sinatra allo scherzo dei Nirvana sui McDonald's. E spesso le quotazioni all'asta raggiungono cifre stellari  
CLAUDIA MORGOGLIONE
Che cosa hanno in comune una suora e una stella del cinema? Risposta: Madonna. Nel 1979, ventunenne affamata di successo, la futura superstar - in una lettera inviata al regista di B-movie Stephen Lewicki, per proporsi come interprete nel suo thriller erotico A Certain Sacrifice- racconta di aver oscillato tra due vocazioni decisamente agli antipodi, tra "diventare una religiosa o una movie-star: però, dopo essere stata alcuni mesi in convento, la tentazione di prendere i voti mi è passata". Ma dalla missiva emergono anche altri particolari interessanti, che svelano la personalità della diva nascente (che qui si firma Veronica Cicconi, con la "i" finale). Ad esempio, quando dice di essere nata a "Detroit, Michigan, dove ho cominciato la mia carriera con capricciosità e precocità". O spiega la sua avversione per "compagni di classe, insegnanti e la scuola superiore in generale", con un'unica eccezione: "la lezione di teatro".
Quel film, poi, Madonna lo girò: uscì nel 1983, col titolo italiano L'oggetto del desiderio e lei, diventata famosa, fece di tutto per bloccarlo. Adesso, con la pubblicazione di questa lettera - donata da una fan, Desiree D., al blog specializzato Letters of Note - la vicenda viene alla luce. Svelando un lato della popstar rimasto inedito per oltre trent'anni. E non è l'unico caso: accade spesso che lettere pubblicate anche a distanza di molto tempo dalla loro stesura portino alla luce particolari, sentimenti, notizie su questa o quella celebrità. E infatti documenti di questo tipo hanno anche un mercato: il prossimo 15 novembre, tanto per fare un esempio, verrà battuta all'asta, presso Christie's a Londra, una missiva di Paul McCartney del 1960 che parla di un misterioso batterista provinato dalla band: è stata trovata per caso, in un libro venduto in un mercatino di Liverpool, e la quotazione oscilla tra le 7 e le 9 mila sterline. Siamo lontani, però, dalle vendite record: cinque anni fa, una lettera d'amore di Napoleone alla futura sposa fu acquistata per 409 mila euro.
Un mondo di passioni da scoprire, racchiuse spesso in poche righe. Ecco dieci esempi celebri, tratti proprio da Letters of Note.
La più profetica. In una cartolina scritta fitta fitta, inviata al padre dalla Germania nel 1966, un giovane Jimi Hendrix rivela che entro due mesi avrebbe inciso una canzone, chiamata Hey Joe. Un annuncio portafortuna: il brano divenne un hit planetario, citatissimo ancora oggi in tante cover.
La più scherzosa. Nel 1991, scrivendo ai fan, i Nirvana dichiarano che il loro album Nevermind - opera poi rimasta nella storia della musica - sarebbe stato distribuito nei McDonald's, all'interno degli Happy Meal per bambini. Ovviamente, una (auto) bufala.
La più inascoltata. Nel 1954, pochi mesi dopo l'uscita del bestseller Vivi e lascia morire, il "papà" di James Bond Ian Fleming chiede al suo editore che il titolo della prossima avventura dell'agente 007 sia "La macchina infernale". Niente da fare: il titolo diventa Moonraker, da lui citato nella missiva solo come quarta possibile scelta.
La più struggente. Christopher Reeve, nel 1999, risponde in maniera commovente a uno studente di un'università californiana, che gli aveva chiesto - sempre via posta - un autografo. Ma lui, paralizzato da quattro anni da un terribile incidente, spiega che la sua condizione di immobilità gli impedisce di accontentarlo. E infatti anche la lettera da lui invitata al ragazzo è scritta sotto dettatura, come viene specificato alla fine. Un particolare apparentemente insignificante, ma che svela molto più di tanta retorica il dramma vissuto dall'attore.
La più cult. Dopo l'ondata di cordoglio seguita alla sua morte, tutto ciò che riguarda Steve Jobs fa notizia. E così è circolata online anche questa sua missiva datata 1983, in cui il boss della Apple ringrazia i fan della Mela per il loro appoggio: "E' bello avere tanti sostenitori, tenete alta la vostra fede!". Più guru che manager, proprio come da iconografia. 
La più stucchevole. Liz Taylor ci mise 14 anni per entrare in possesso della serie di opere di Andy Warhol che la immortalavano. Quando ci riuscì, scrisse al maestro della pop art per ringraziarlo: poche righe autografe piene di frasi un po' svenevoli. Tipo "sei stato così dolce a firmarle per me". Un po' ruffiana anche la firma: "Elizabeth o Liz (appartenente alla celebrità di A.W.)".
La più cinematografica. Nel 1973, dopo aver girato con lui il capolavoro Il Padrino, Francis Ford Coppola scrive a Marlon Brando per convincerlo a interpretare il giovane Vito Corleone nel prequel Il Padrino parte II. Pagine piene di lusinghe, per la superstar ormai in semi ritiro da Hollywood. "Senza di te il film non si può assolutamente fare": invece, al rifiuto del suo corrispondente, come sappiamo il regista ingaggiò Robert De Niro e la pellicola fu comunque un successo. Interessanti anche i passaggi in cui Coppola cita lo stress da celebrità di Brando: "Capisco cosa deve essere vivere da 25 anni in uno stato di adorazione e di esposizione al pubblico".
La più sorprendente. Forse pochi immaginano che un grande amatore, bevitore e amico di personaggi equivoci come Frank Sinatra era grande appassionato di enigmistica. La circostanza è emersa con la pubblicazione della sua corrispondenza con Eugene Maleska, responsabile dei cruciverba del New York Times. In una lettera datata 1989 The Voice rievoca gli inizi di questa sua passione, quando, appena quindicenne e già lavoratore, scoprì - sul ferryboat con cui tornava a casa - il fascino dei giochi di parole: "E' meravoglioso passare il tempo e imparare qualcosa ogni giorno". 
La più presidenziale. Nel 1971, dopo che Richard Nixon annuncia il suo storico viaggio in Cina, riceve un telegramma di congratulazioni dal divo Kirk Douglas: "Mi unisco a milioni di americani, e di tanti altri cittadini intorno al mondo, nel lodare i suoi sforzi" per la pace. Ma tutto questo entusiasmo non è affatto beneaugurante, visto che poi col Watergate il presidente è costretto a dimettersi. 
La più esilarante. Nel 1990, l'allora first lady Barbara Bush pronuncia parole di condanna verso i Simpson. Poco dopo, le arriva una lettera firmata proprio da lei, l'eroina virtuale Marge Simpson: "Ho letto recentemente - c'è scritto - delle tue critiche verso la mia famiglia... ma io credo che noi abbiamo molto in comune". Come dire: di famiglie disfunzionali ci intendiamo entrambe.