Eredi Gainsbourg La musica divide Charlotte e il fratello

Lei libera dal mito, lui celebra il padre Il giovane Lulu debutta con un omaggio ai classici, reinterpretati da celebrità
Avevamo lasciato il piccolo Lulu Gainsbourg sul palco dello Zénith, il 9 marzo 1988, davanti a migliaia di spettatori in delirio. All' epoca aveva due anni, e il padre lo chiamò in scena prima di eseguire la nuova canzone «Hey Man Amen» a lui dedicata. Il video su YouTube mostra il bambino e il suo papà entrambi traballanti: Lulu, confuso e spaventato, ha da poco imparato a camminare; Serge è sotto l' effetto dell' alcol e non appare neppure sfiorato dalla questione se quell' esibizione dell' infanzia, pur dorata, sia opportuna o meno. È un uomo indebolito, la fine è vicina. Oggi, vent' anni dopo la morte del grande padre, il ragazzo nato dall' unione con la modella Bambou debutta con l' album «From Gainsbourg to Lulu», affrontando di petto il fantasma di famiglia grazie a 16 cover del più classico repertorio Gainsbourg. Più o meno negli stessi giorni è uscito «Stage Whisper» della sorella Charlotte (figlia di Jane Birkin), oggi quarantenne al quarto album. L' anno delle celebrazioni Gainsbourg si chiude quindi con i figli protagonisti, ma paradossalmente il personaggio più amato e in vista della dinastia resta quello scomparso, «l' uomo dalla testa di cavolo», come Serge amava definirsi alludendo all' irresistibile bruttezza. Se Charlotte ha cercato sin dall' inizio - con successo - di distanziarsi dalla pesante eredità artistica, l' album di Lulu è un omaggio a canzoni già classiche. Dopo gli studi al Berklee College of Music di Boston, Lulu ha raccolto intorno a sé la crema delle celebrities cinematografico-musicali internazionali per farsi aiutare nel debutto in società: la canzone «Bonnie and Clyde», che suo padre cantava con Brigitte Bardot, qui è fedelmente riprodotta in duetto con Scarlett Johansson; «Ballade de Melody Nelson» non ha più la voce di Jane Birkin ma quelle di Johnny Depp e Vanessa Paradis; «Initials BB» è interpretata con fantastico accento del Michigan da un Iggy Pop ormai sempre più a suo agio in Francia, capace di passare dall' album «Préliminaires» (2009) ispirato a un romanzo di Michel Houellebecq ai manifesti natalizi per le Galeries Lafayette (torso naturalmente nudo e pon pon in testa, fan inorriditi). E ancora Shane MacGowan canta «Sous le Soleil exactement», Marianne Faithfull «Manon», e Rufus Wainwright crea l' episodio migliore dell' album con la sua versione piano e voce di «Je suis venue te dire que je m' en vais». Il contributo originale di Lulu Gainsbourg, in tutto questo? «Ho avuto l' idea di fare il disco e ho scoperto così di avere la capacità di dirigere degli artisti - ha detto al settimanale Les Inrockuptibles , in una intervista a due con la sorella -. Riprendere le canzoni di mio padre è un regalo che gli faccio prima di lanciarmi nella mia avventura personale. Avevo cinque anni quando se n' è andato, a parte portargli dei fiori sulla tomba non gli avevo mai offerto niente prima d' ora». Lulu non canta ma sussurra qualche parola. Per valutare il suo valore artistico bisognerà aspettare il prossimo lavoro. In «Stage Whisper» l' attrice affermata Charlotte Gainsbourg continua invece il suo percorso di allontanamento musicale, con un album dal vivo e otto inediti registrati con la collaborazione del solito Beck, Connan Mockasin, Noah & The Whale, Villagers e Asa Tacone degli Electric Guest. «Il mio album non ha niente a che fare con mio padre - dice Charlotte -, ma è vero che talvolta ho l' impressione che Gainsbourg sia fin troppo presente, ed è per questo che non ho dato seguito al progetto di fare un museo della casa di rue Verneuil... Tempo fa, all' estero, solo le persone molto underground conoscevano Serge Gainsbourg, c' era una specie di orgoglio da intenditori ad andare a scovare un suo album tra gli scaffali di un negozio di dischi. Oggi è diverso». Nel mese di dicembre è uscita una nuova edizione dell' album «Melody Nelson» e del progetto di Alain Bashung «L' homme à tête de chou», e poi sono arrivati i due dischi dei figli. Lulu non ricorda nulla dello Zénith: «Anche quando riguardo il video, non riesco a credere di essere io. Sono terrorizzato, e si vede. Forse la paura mi ha fatto rimuovere tutto». L' anno Gainsbourg si chiude così. Il testimone sembra ancora saldamente nelle mani del padre.
Montefiori Stefano