Dalla morte di Steve Jobs a quella di Osama Bin Laden, passando per i London Riots, Occupy Wall Street, gli scontri a piazza Tahrir: cinque giornalisti analizzano l'anno che sta per finire arttraverso gli hashtag su Twitter
Ci sono #Gaddafi e #AmyWinehouse, #royalWedding e #iSad. Sono gli hashtag relativi alle notizie più condivise su Twitter nel 2011: quelle che hanno dato forma all'anno che si sta per chiudere.
A raccoglierli, in uno splendido sito (http://yearinhashtag.com/), sono stati cinque giornalisti - nonché grandi utenti di Twitter: Claudia Vago (@tigella), Luca Alagna (@ezekiel), Marina Petrillo (@alaskaRP), Maximiliano Bianchi (@strelnik) e Mehdi Tekaya (@mehditek). Si tratta, dicono, di "uno sguardo sul 2011 da un punto di vista particolare: la Rete e i suoi utilizzatori". E alla domanda: percHè il 2011, la risposta è semplice: "perché quest'anno, per la prima volta, la maggior parte degli eventi è stata raccontata prima, meglio o esclusivamente dalla Rete". Tanto è vero che, secondo i creatori del sito, la persona dell'anno è sì la stessa di Time - "il manifestante" - ma anche "il citizen journalist, che spesso non è altro che "il manifestante" armato di smartphone e account su un social network e in altri casi è qualcuno che non può fisicamente essere presente ma da casa sua, con computer e connessione a internet, partecipa agli eventi in modo semplice ma fondamentale: raccontando quello che succede, raccogliendo notizie, informazioni, richieste, fotografie, video e rilanciandoli, amplificandoli, contribuendo a costruire la narrazione dell'evento".
"Il nostro sogno", scrivono, "è che oltre alla nostra selezione di eventi e di materiali per raccontarli ognuno di voi potesse registrarsi e creare la narrazione del proprio 2011. Chissà, magari nel 2012".