Inquieti, bulli (e censurati) Gli adolescenti ribelli

LOS ANGELES - È successo con Project X . Ma anche con il documentario Bully , con il film campione d' incassi di questa settimana negli Usa 21 Jump Street , con il duro Chronicle senza dimenticare American Reunion (ossia American Pie quindici anni dopo). Tutti questi titoli sono stati bollati dal visto «Restricted», che impedisce a chi ha meno di 17 anni di entrare in sala, se non accompagnato da un adulto. Questo per via del quadro sociale che tratteggiano, fatto di giovani inquieti, che maltrattano i compagni più deboli, che usano droghe, hanno un linguaggio ultra-spinto e che si divertono in feste (e festini) in cui non disdegnano amori di gruppo o bisex nelle camere dei genitori via per il week end. Project X diretto da Nima Nourizadeh ha urtato tutte le associazioni familiari ed è stato messo al bando perché «pericoloso». Ispirato a fatti realmente accaduti, il film narra di tre amici che, appena i genitori partono, organizzano una festa. Ma, uno sciagurato tam-tam su Twitter e Facebook, fa sì che invece di 50 persone, ne arrivino al party trecento. Accade di tutto: sesso libero, spinelli e cocaina, alcol a volontà, musica a tutto volume finché la bravata di un ragazzo provoca un incendio che, come è realmente accaduto, brucia sei ville del ricco distretto di Pasadena. Pollice verso della critica, ma il film - giudicato «amorale e con una gioventù fuori controllo» - è stato visto con tanti trucchi dai giovani e oggi le copie clandestine si sprecano. Il visto per Bully ha invece indispettito. Artisti e attori come Meryl Streep e sua figlia Mamie Gummer, Johnny Depp e Justin Bieber si sono dichiarati solidali con il distributore Harvey Weinstein e hanno firmato una petizione per la revoca del visto prima che il lavoro di Leo Hirsch, presentato al Tribeca l' anno scorso, venga lanciato il 30 marzo. Ha ammonito la Streep: «Il mondo intero deve vedere e ascoltare, dato che il visto è anche per il linguaggio crudo proprio di tanti ragazzi. Bisogna proiettarlo, non proibirlo, anche nelle scuole visto che analizza le violenze fisiche, le intimidazioni sociali e psicologiche sui ragazzi più fragili, che, vessati, umiliati dall' amplificazione dei social network, possono arrivare anche a compiere gesti estremi». Il regista 39enne, che in passato ha diretto spot per Obama, ha sparato a zero contro le accuse «al linguaggio sporco, ma vero, parolacce comprese, che riproduce quello dei ragazzi, carnefici o vittime». Johnny Depp è stato lapidario: «18 milioni di bambini e ragazzi americani sono vittime del bullismo ed è ridicolo che la censura parli di linguaggio, gesti o atteggiamenti sconvenienti». Altre associazioni, però, giudicano il documentario speculativo e foriero di violenze. 21 Jump Street , che ripropone il serial televisivo che portò alla notorietà Johnny Depp negli anni Ottanta, dà un quadro della gioventù drammatico, seppure usi la chiave della commedia. I protagonisti sono Channing Tatum e Jonah Hill, quest' ultimo anche co-autore del copione. La coppia di attori, nel film diretto da Phil Lord e Christopher Miller, fingono di tornare sui banchi di scuola per seguire in realtà gli ordini del capo della squadra di polizia (Ice Cube): devono scoprire chi tra i ragazzi smercia droga o pratica traffici illeciti. La fotografia degli studenti della high school è drammatica: oltre al bullismo, vengono mostrati professori compiacenti con chi fa uso di droga. Ma si ride anche. In Chronicle di Josh Trank, invece, tre amici vivono in modo ossessivo il rapporto disgregato con la famiglia. Quando scoprono di avere poteri cibernetici, cercano di ottenere cose che mai avevano avuto e per vincere la loro introversione finiscono per praticare a loro volta il bullismo. Sembrano lontanissimi i tempi di film per adolescenti anni Ottanta come quelli di John Hughes, The Breakfast club o i più romantici Pretty in Pink , Sixteen Candles . I giovani oggi sembrano riconoscersi in questi nuovi titoli. Del tutto indifferenti alle critiche feroci degli adulti.