Pussy Riot condannate a 2 anni di carcere Proteste e solidarietà in Occidente

Mosca, 17 ago. (Adnkronos) - Sono state condannate a due anni di reclusione le Pussy Riot, le tre componenti della banda russa riconosciute oggi colpevoli di vandalismo e istigazione all'odio religioso dal tribunale di Mosca, in seguito alla loro performance anti Putin nella cattedrale di Cristo salvatore lo scorso 21 febbraio. A renderlo noto il giudice Marina Syrova.
Il magistrato ha accusato le tre componenti della band punk russa di aver consapevolmente violato la legge, nel compiere i loro atti di teppismo motivati da odio religioso. "Le imputate erano consapevoli della natura offensiva delle loro azioni e del loro aspetto" - ha detto il magistrato - "la loro intenzione era attirare l'attenzione del pubblico con una vasta risonanza, offendendo non soltanto i dipendenti della cattedrale ma anche l'intera società". Le tre giovani donne hanno assistito in aula alla lettura della sentenza. Una di loro indossava una maglietta azzurra con un pugno chiuso e la scritta: "No pasaran".
A poche ore dalla sentenza le Pussy Riot si erano mostrate serene: "Non importa quale sarà il verdetto - avevano detto - abbiamo già vinto. Noi (russi) abbiamo imparato ad arrabbiarci con le autorità e a parlare ad alta voce di politica", aveva dichiarato la 22enne Nadezhda Tolokonnikova liquidando l'eventualità di chiedere clemenza come "uno scherzo", e definito "un illusione" la possibilità di ricevere un verdetto indipendente. "Il nostro caso non dipende dalla giustizia, ma dal timore di Vladimir Putin su quanto dovrà affrontare nell'autunno 2012 in seguito alla nostra incarcerazione", aveva aggiunto Yekaterina Samutsevich, 30 anni, la più 'anziana' della band.
La vicenda delle tre Pussy Riot, ha scatenato un'ondata di solidarietà internazionale con la partecipazione di varie star pop e rock. E oggi manifestazioni a favore delle tre artiste russe sono avvenute in 30 città del mondo.
A Mosca due dei più noti oppositori russi, Sergei Udaltsov e l'ex campione di scacchi Gary Kasparov, sono fra le persone arrestate oggi mentre protestavano davanti al tribunale dove venivano processate le tre Pussy Riot.
Di "sentenza sproporzionata" parlano gli Stati Uniti che esortano le autorità russe a rivedere il caso e garantire il rispetto del diritto della libertà di espressione". Anche la Francia con una nota del ministro degli Esteri punta il dito contro quella che definisce una sentenza "particolarmente sproporzionata vista la scarsa entità dei fatti che vengono imputati alle condannate".
Una netta presa di distanza dalla sentenza arriva anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. "Questa sentenza sproporzionatamente severa non è conforme ai valori europei di democrazia e stato di diritto, ai quali la Russia è legata in virtù della sua appartenenza al Consiglio d'Europa", ha dichiarato Merkel.
La protesta più spettacolare giunge da Kiev, la capitale ucraina, dove attiviste di Femen a seno nudo hanno tagliato con una sega una croce di legno alta quattro metri che ricorda le vittime della repressione sovietica.
In Bulgaria sostenitori delle Pussy Riot hanno coperto i volti dei soldati del monumento ai caduti dell'Armata Rossa a Sofia con i cappucci colorati diventati il simbolo della solidarietà alle tre cantanti punk. Una foto della performance, firmata "un gruppo di esseri umani", è stata recapitata all'ambasciata russa in Bulgaria e ai principali media. Nel loro messaggio gli attivisti esortavano "il regime totalitario di Putin" a liberare immediatamente le tre donne. "Le Pussy Riot - continuava il messaggio - sono un simbolo ispiratore nella lotta per la democrazia in Russia. L'intera comunità internazionale, comprese le autorità bulgare, deve sostenerle nella lotta per impedire al regime di tappargli la bocca".