Ciao, amore, ciao L'estate dei divorzi

L'ultimo è Clint Eastwood, che a 83 anni lascia la moglie di 48 Ma la scia degli addii è sempre più lunga
A desso Clint. Chi sarà il prossimo? Non bastavano Monica e Vincent, Michael e Catherine, Sergey e Anne: chi altro si lascerà prima della fine di questa estate nera nerissima per il matrimonio? Mancano solo Cenerentola e il Principe Azzurro, e poi possiamo davvero scrivere la parola fine alla favola dell'amore eterno. E non solo perché niente è per sempre (e ce lo dimentichiamo spesso). Ma perché unioni pluridecennali come quella tra Paul Newman e Joanne Woodward o tra Stanley e Christiane Kubrick stanno diventando reperti di antropologia sociale. C'era una volta. Clint Eastwood e Dina Ruiz, 83 e 48 anni, da molti mesi vivevano separati e soltanto l'altro ieri hanno fatto sapere che non stanno più insieme. Si erano sposati il 31 marzo del 1996 e avevano avuto una figlia, Morgan, la settima per il regista di Gran Torino . «Resteremo amici», è la frase consolatoria a beneficio di chi ne apprezzava i weekend in famiglia (allargata) trascorsi sulla spiaggia, a passeggiare, ascoltare musica, fare la spesa al supermercato. Loro come noi. Ma se anche loro si lasciano, quali speranze ci sono per noi?
Eppure, questo è il periodo storico migliore per la coppia del mondo occidentale, secondo padre Giovanni Salonia, cappuccino e psicologo gestaltico. «Perché ci si sceglie per amore, con un progetto da coltivare. Non esistono più i matrimoni combinati, né è un obbligo sposarsi». E allora cosa fa inceppare relazioni che sembravano tenute insieme dall'alchimia pura, come nel caso di Monica Bellucci e Vincent Cassel, o dalla «com-passione», cioè dalla condivisione delle difficoltà, come per Michael Douglas e Catherine Zeta Jones? E Sergey Brin, alias Mr Google, non sembrava unito a filo doppio a sua moglie Anne Wojcicki da una incrollabile fiducia nelle potenzialità della Rete e dalla capacità di sfruttarle?
Il punto è che ci si lascia prima di quando ci si lascia. «Ci si comincia a separare molto prima di quando ce ne si accorge», spiega padre Salonia. Come terapista di coppie, come guida spirituale e come curatore, per oltre venti anni, di corsi prematrimoniali, invita a vedere nella separazione un momento di crescita, e non un fallimento. D'accordo. Ma come evitare di arrivare al punto di non ritorno? «Con l'eros. Il filo di Arianna potrebbe essere l'attenzione al proprio corpo e a quello dell'altro. Il dialogo come condivisione dei corpi fa entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle del partner. Se non ci fosse l'eros, non si uscirebbe da se stessi per entrare in un sentiero inesplorato, si vivrebbe di schemi uguali, noti, prevedibili, che sono quelli legati ai genitori, alla vita di relazione precedente, non a quella nuova che si desidera condividere con un compagno». Di Monica Bellucci si è scritto che avrebbe lasciato Cassel per il magnate azero Telman Ismailov. Di Brin, per la relazione con la giovane collega Amanda Rosenberg. «Quando due persone vengono da me per separarsi, il problema vero non è mai l'altra donna o l'altro uomo, anche se a loro sembra così. Quelle sono solo conseguenze», spiega la divorzista Laura Hoesch, che distingue le buone separazioni dalle cattive. Le prime sono quelle ispirate al criterio di corresponsabilità sul perché l'unione è andata male. «La decisione di separarsi o no dovrebbe venire dopo aver compreso il perché ci si sta lasciando. Perché altrimenti è come inciampare in un ostacolo e non averlo identificato. Ognuno darà la colpa all'altro. Mentre affrontarsi apertamente, magari, può far decidere di restare insieme». 
Anche il sessuologo Willy Pasini divide le buone separazioni dalle cattive. «Le prime, liberano l'energia: lui o lei sono pronti per dedicarsi a un nuovo amore. Le seconde, molte volte, nascono dal fatto che non si stima abbastanza quello che si ha.
Due ventenni si lasciano perché credevano nell'illusione del matrimonio, avevano una visione che non poteva corrispondere alla realtà. Due quarantenni non necessariamente per via dell'amante, ma perché hanno imparato a essere autonomi, con il lavoro, con gli hobby: se non si scelgono più, si lasciano. Due sessantenni perché non sono più abituati a passare tanto tempo assieme: succede infatti quando si smette di lavorare». Un buon consiglio, per far durare un matrimonio, è imparare a litigare. Insiste Pasini: «Non bisognerebbe mai generalizzare, ma restare sul presente, sulla cosa precisa che in quel momento rende infelici. E, ancora, non bisognerebbe mai dirsi cose bruttissime, dalle quali poi è difficile tornare indietro». John Gottman, teorico dell'intelligenza emotiva, scrisse che «le coppie felicemente sposate non sono più intelligenti, più ricche o più psicologicamente astute delle altre. Ma nella loro vita quotidiana hanno messo in moto una dinamica che impedisce ai loro pensieri e sentimenti negativi (che tutte le coppie hanno) di avere la meglio su quelli positivi».
Proviamo a ricordare cosa ci ha fatto innamorare. Se sorridiamo, se il cuore si allarga, non è ancora finita.

Clip con Uma Thurman del film Nymphomaniac di Lars von Trier

Sul web un nuovo assaggio di Nymphomaniac, il nuovo discusso film di Lars von Trier. Il regista ci mostra il terzo capitolo, che vede il protagonista Stacy Martin insieme a Uma Thurman nel ruolo di Mrs. H.
Come già nel precedente e controverso Antichrist, il film conterrà delle scene di sesso molto esplicite. La pellicola attraversa infatti la vita sessuale di una donna (Joe, interpretata da Charlotte Gainsbourg) dalla sua nascita ai suoi 50 anni, vissuti nella consapevolezza di essere una ninfomane. È lo stesso Lars von Trier a definirlo un porno, proprio per questo motivo verrà montato in due versioni: hardcore e softcore per diverse distribuzioni. In entrambi i casi il poster pubblicitario annuncia "Forget about love". Viene proposto un cast da capogiro in questo film "hard": Charlotte Gainsbourg, Udo Kier, Stellan Skarsgård, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater e ovviamente Uma Thurman.
Una notte d'inverno l'affascinante Seligman (Skarsgård) trova la protagonista Joe in un vicolo, picchiata e malmessa. La soccorre nel proprio appartamento facendosi raccontare le vicende della sua vita che la donna riassume in 8 capitoli. Un'opera che dopo un primo montaggio superava le sei ore: uscirà infatti diviso in due parti, come i vari Harry Potter e Breaking Dawn. Attualmente in produzione in Germania, verrà proiettato in prima mondiale a Copenhagen; la data di uscita nelle sale sarà quella più provocatoria possibile: il 25 dicembre.
Oggi è stata diffusa in rete una clip del film che vede Uma Thurman mostrare a dei bambini il letto dove «succede tutto», scena del terzo capitolo intitolato Mrs. H. Precedentemente si era assistito in anteprima ad un breve episodio piccante con Shia LaBeouf. È possibile che in Italia questo film non uscirà mai nelle sale a causa dei contenuti ritenuti indecenti. La notizia è riportata da Il Secolo XIX, che sottolinea come il film del regista danese non sia presente nei listini delle case di distribuzione italiane, nemmeno per quanto riguarda la Bim e la Lucky Red che avevano portato nelle sale gli altri film del regista (rispettivamente la Bim con Melancholia e la Lucky Red Le onde del destino). Anche se c'è sempre la possibilità che le case di distribuzione acquisiscano l'opera di von Trier nei prossimi mesi, anche solo per una edizione home video. La società di produzione Zentropa dichiara: "Il capolavoro di von Trier, il suo film più ambizioso, con il suo potenziale di umorismo, grandeur e qualità visive" (parole di Peter Aalbk Jensen).

Il trailer di Mood Indigo: la Schiuma dei Giorni

Arriva in Italia il 12 settembre il film ispirato al romanzo di Boris Vian, con protagonisti Audrey Tautou e Romain Duris
Uscirà nei cinema il prossimo 12 settembre Mood Indigo: la Schiuma dei Giorni, il nuovo film del regista Michael Gondry, con protagonista la rodata coppia francese Audrey Tautou e Romain Duris. La pellicola è tratta dal famoso romanzo La schiuma dei giorni di Boris Vian, pubblicato nel 1947 con il titolo originale di L'Écume des jours.
La storia è quella di Colin, un ricco parigino che un giorno incontra e si innamora della vivace e delicata Chloé. I due decidono quindi di sposarsi, ma durante il viaggio di nozze Chloé si ammala: una ninfea, infatti, sta crescendo nei suoi polmoni e per respirare la ragazza necessita di essere sempre circondata da fiori freschi.
Mood Indigo: la Schiuma dei Giorni è un film che lascia spazio all’immaginazione, che mette in scena situazioni surreali, momenti onirici dal sottofondo jazz, tanto cari al regista Michael Gondry, celebre per essere tra i più visionari in circolazione (da rivedere La scienza dei sogni per farsi un’idea). Audrey Tautou e Romain Duris, in più, sono tra gli attori francesi contemporanei più amati anche in Italia. Accanto a loro, nel cast ci sono anche Omar Sy (lanciato dal film Quasi amici) e Gad Elmaleh, balzato agli onori della cronaca rosa per aver conquistato il cuore di Charlotte di Monaco, da cui aspetta un figlio.

Amy Winehouse, una serie di eventi per festeggiare i trent'anni della cantante

Sono passati poco più di due anni dalla scomparsa di Amy Winehouse, eppure il ricordo è ancora vivo nella memoria dei fan e di chi le è stato accanto. Il prossimo 14 settembre, infatti, la cantante di "Black to black" avrebbe compiuto 30 anni e per celebrare quello che sarebbe stato il trentesimo compleanno dell'artista londinese sono state organizzate numerose iniziative tra cui una performance musicale del presentatore Jon Snow e del cantautore David McAlmont (in programma per il 13 settembre) e un lancio col paracadute che vedrà protagonista Janis Seaton, la madre della cantante (in programma per il 29 settembre).
Camden (il quartiere di Londra in cui Amy ha trascorso i primissimi anni della sua vita), per tutto il mese di settembre, ospiterà una serie di eventi all'interno del progetto "#Amys30": tra questi una vendita di oggetti in edizione limitata su Camden High Street e un walking tour nei luoghi frequentati dall'artista. Ad aprire le danze, se così si può dire, sarà l'inaugurazione della mostra "Amy Winehouse: For you I was a flame" presso Proud Galleries, in cui saranno esposti al pubblico dipinti e fotografie che immortalano i momenti clou della carriera della Winehouse.
Tutto il ricavato del progetto "#Amys30" sarà devoluto alla Amy Winehouse Foundation istituita da Mitch Winehouse nel 2011, pochi mesi dopo la prematura scomparsa della cantante.

Venezia 2013, giorno 4 con James Franco e Stephen Frears

n concorso viene presentato anche Night Moves, con Dakota Fanning e Jesse Eisenberg. Tra le altre pellicole presentate oggi, Wolf Creek 2 e l'italiano Il terzo tempo.
Tre film in concorso per questo sabato veneziano, quarta giornata della 70esima edizione della Mostra: l'inarrestabile James Franco presenta il suo ultimo progetto al Lido, Child of God, adattamento del romanzo di Cormac McCarthy che si sviluppa sul personaggio di Leslie Ballard (interpretato da Scott Haze) un contadino solitario che nel giro di breve tempo si trasforma drasticamente in un serial killer. In competizione per il Leone d'Oro, oggi, c'è anche Kelly Reichardt, che invece con il suo Night Moves (che vede nel cast Dakota Fanning e Jesse Eisenberg, i quali presenteranno il film oggi a Venezia) racconta la vicenda di tre eco-terroristi, che nel tentativo di mettere in atto una protesta eclatante, si ritrovano a subirne le pesantissime conseguenze.
Last but not least, nella sezione competitiva fa capolino anche Stephen Frears con il suo Philomena, un intreccio complesso che riguarda una madre (Judi Dench) e un figlio costretti a separarsi da circostanze avverse, ma determinati a riabbracciarsi. Il figlio tuttavia, nasconde anche dei segreti importanti che potrebbero compromettere la sua carriera politica.
Svezia e Italia sono le protagoniste di questa giornata per la sezione Orizzonti con il grintoso We are the best! di Lukas Moodysson e Il terzo tempo di Enrico Maria Artale. L'universo dei giovani è al centro di queste due pellicole: nella prima si racconta di un gruppo di ragazzi che riesce a mettere su una band punk nella Stoccolma dei primi anni Ottanta, mentre nel film di Artale invece - che vede tra i protagonisti Pier Giorgio Bellocchio - il protagonista è un ragazzo che dopo essere entrato ed uscito dal carcere minorile, viene obbligato a seguire un programma di reinserimento nella società, una decisione alla quale si adegua con difficoltà. 
Nelle altre sezioni collaterali vengono presentati il complesso May in the Summer di Cherien Dabis e Las niñas Quispe di Sebastián Sepúlveda, incentrato su tre sorelle che vedono le loro esistenze e il loro mondo rivoluzionato da una nuova legge. 
Tra un intreccio e l'altro, questa giornata riserva anche qualche brivido: oggi infatti viene presentato fuori concorso Wolf Creek 2 (con il red carpet che si terrà stanotte). Chissà che non si inventino qualche trovata particolare per pubblicizzare questo film, che come il precedente capitolo, torna a raccontare di giovani in vacanza, che hanno la sfortuna di imbattersi in uno psicopatico.

Muse, ipotesi tour mondiale per i 20 anni di carriera nel 2014: i dettagli

Le anticipazioni da 140 caratteri di Matt Bellamy sui progetti per il ventennale della band nel 2014.
MUSE – Alla lista mancano America, Australia ed Emirati Arabi Uniti. Il trio di Teignmouth continua a collezionare consensi e successi con il The 2nd Law World Tour e, tra un'arena e l'altra, lascia trapelare dettagli e anticipazioni di un presunto tour in vista del ventesimo anniversario della band. I Muse taglieranno nel 2014 il traguardo dei 20 anni di carriera, quella cominciata nel 1994 con l'esibizione al 'Teignmouth Broadmeadow Sports Centre' dei sedicenni Matt, Chris e Dom, allora sotto il nome di "Rocket Baby Dolls", quella scalata che conta sei album in studio, uno dal vivo e una raccolta, oltre a una lista ragguardevole di premi e riconoscimenti.
Le prime anticipazioni sono arrivate lo scorso maggio dal batterista Dominic Howard, quando, intervistato dalla radio britannica Xfm, ha affermato: "Sarà il nostro 20esimo anniversario e davvero non ci posso credere - sarà all’incirca a Febbraio del prossimo anno -, e penso che riusciremo a fare qualcosa di speciale per questa occasione. Abbiamo pensato di preparare delle speciali performance o qualcosa di simile. Sarebbe fantastico poterli celebrare in piccoli club, ‘Gesù Cristo, non posso crederci che sono già 20 anni che siamo una band!’"
Nei giorni scorsi il frontman del gruppo Bellamy ha risposto così, via Twitter, a un fan che chiedeva chiarimenti sul progetto di un lungometraggio del concerto di Tokyo - definito da Howard come "il più divertente in assoluto della loro carriera" realizzato dal gruppo, forse per i pupazzi mascherati che hanno invaso la sua batteria - dello scorso 13 agosto: "Hey, rilassatevi. Quella era solo la prova generale per il tour per i vent'anni di attività che faremo il prossimo anno".
Cresce l'attesa di nuove rivelazioni e, insieme, la speranza di una data italiana inclusa nel tour in progetto per il ventennale. Che siano show in piccoli club o speciali performance, le aspettative non possono che essere commisurate alle incredibili esibizioni del trio nel tour in corso, approdato in Italia con i tre live fenomenali di Torino e Roma.

Madonna Visit the Hard Candy Fitness Club In Rome

Madonna shows off her gold grills as she visits her Hard Candy Fitness Club in Rome.













Madonna contro Roma pigrona La burocrazia ferma anche lei

E più di Madonna poté l'ispettore della sicurezza antinfortunistica. Cui il collega, partito per le ferie, non ha passato le consegne. O l'impiegato del Campidoglio indaffarato a frugare nei cassetti, nella vana ricerca del timbro giusto da apporre sotto alla richiesta dell'ennesimo permesso.
Paradossi, certo.
Ma, in altre parole, più dell'incontenibile, ingovernabile e vulcanica Louise Veronica Ciccone, alias Madonna, appunto, poté la burocrazia romana appesantita dall'altrettanto incontenibile burocrazia italiana. E così la pop star aspetta. E spera. Aspetta e spera di aprire a Roma la sua tanto chiacchierata e più volte pubblicizzata avveniristica palestra che, al momento in cui scriviamo queste righe, registra «solo» un ulteriore ritardo di cento giorni sulla seconda prevista inaugurazione, annunciata per il 26 maggio scorso. Già, seconda, perché in realtà i giorni di ritardo sarebbero già quasi 200 se si considera che sul sito dell' hardcandyfitness era apparso, a suo tempo, uno splendido count down che, il 14 Febbraio, annunciava 100 giorni all'apertura. Ma poi, giorno dopo giorno, ritardo dopo ritardo, quel countdown è stato tolto, diciamo per pudore.
E così per rendersi conto di persona di quanto sta accadendo, o meglio, non sta accadendo, Madonna è piombata lunedì nella capitale con un volo atterrato a Ciampino e proveniente da Nizza, dove aveva appena festeggiato, con grande spolvero, i suoi primi 55 anni. Il suo arrivo non è ovviamente sfuggito a fans più o meno palestrati o palestrabili, grazie anche al tam tam, diffuso dai social network, che ha portato una nutrita folla di curiosi a campeggiare da due giorni davanti al luogo dove prima o poi dovrebbe finalmente aprirsi il centro fitness di Lady Ciccone. Quei 1200 metri quadrati su tre piani di via Capo d'Africa, con sale, bar e spogliatoi ricavati nell'ex Teatro Colosseo (già chiuso nel 2008 per far spazio a 3D Rewind Rome).
A sentire altre campane la visita-lampo di Madonna avrebbe comunque colto di sorpresa lo staff romano dell'Hard Candy Fitness, ideato in partnership con la catena Dabliu, che fa capo ai fratelli Pambianchi, Ugo e Andrea, figli di Cesare, ex presidente Confcommercio, soci di Louise Veronica Ciccone nella nuova impresa. Per loro, italianissimi e quindi abituatissimi alla corsa ostacoli, cui un cittadino si deve sottoporre quando vuole aprire una qualsiasi attività nel nostro Paese, non ci sarebbe, nel caso specifico, alcun problema burocratico.
In buona sostanza, si tratterebbe solo ritardi dovuti a una precisa scelta del management della diva del Michigan, per permettere di raggiungere in maniera meticolosissima lo standard che la star pretende per i centri che portano la sua firma.
«Madonna è a Roma per visitare il suo nuovo Club HCF. Presentati alle 12.00 del 21 Agosto di fronte all'Hard Candy Fitness Colosseo, potrai avere l'occasione di accedere la sera stessa!», si legge in un post della fan page su Facebook. Probabilmente sarà un accesso virtuale visto e considerato che, se le cose continueranno a non procedere così, non è detto che basterà attendere i primi di settembre per entrare veramente nel centro fitness.
Scalpitano le prime signore (e signori) che hanno vinto la corsa alle prenotazioni dei primi abbonamenti e nel frattempo la lista degli iscritti alla palestra trendy che più trendy non si può, di Madonna si allunga di ora in ora e contempla tantissimi vip, ma anche semplici sportivi che vogliono sperimentare la filosofia Addicted to Sweat, cioè il programma di allenamento che la pop star svolge tutti i giorni. Già sarebbero cinquecento le persone iscritte. E i prezzi dell'abbonamento sono tutt'altro che abbordabili.
Intanto lei, burocrazia non burocrazia, si allena a vincere qualsiasi ostacolo.

Madonna, Elton John e la vita da lavoratori immigrati

A luglio 2013 il Ministero della Cultura della Federazione Russa ha smesso di rilasciare visti riportanti la voce “rapporti culturali” agli artisti stranieri che si recano in tournée in Russia. La ragione è semplice: questi visti sono intesi per persone impegnate in prestazioni non commerciali sul territorio della Federazione Russa. Il fatto è che per questi artisti non esiste nessun altro tipo di visto, compresi quelli per ragioni d’affari o per turismo.
L’unica possibilità di ricevere un visto apposito è fare richiesta di un visto di lavoro per mezzo del Servizio federale per l'immigrazione (Fms), con un iter che però è estremamente complesso. Prima di tutto è necessario attendere molto tempo, circa sei mesi. In secondo luogo, facendo richiesta per questo visto è indispensabile interrompere ogni contratto di lavoro nel proprio Paese. È difficile immaginare che Madonna voglia porre fine a un contratto con i suoi agenti per venire in tournée in Russia.
Il vice ministro della Cultura Vladimir Aristarkhov ha commentato la situazione in questi termini: "Non farei confusione tra i rapporti culturali che la Russia ha instaurato, mantenuto e sviluppato con successo con la maggior parte degli Stati e lo show business. Tra i compiti che spettano al Ministero della Cultura non c’è quello di aiutare lo show business. Noi siamo disposti a dare il nostro sostegno alle performance degli artisti di talento, ma non abbiamo il diritto di infrangere la legge e non lo faremo. Io credo che il Servizio federale per l'immigrazione dovrebbe elaborare proposte finalizzate a risolvere concretamente questa situazione".
Edgard Zapashniy, direttore generale del circo statale di Mosca parla delle difficoltà che incontra nell’ottenere i visti per gli artisti: “All’inizio del 2013, alcuni addestratori italiani hanno subito ritardi di una settimana nella partenza per arrivare qui a causa di problemi con il visto. Adesso, alla vigilia del Festival internazionale del circo, che si svolgerà a ottobre 2013, stiamo cercando di firmare contratti con artisti provenienti da oltre quindici Paesi stranieri e tutti i giorni ci imbattiamo in nuovi ostacoli. Offriamo contratti di sei mesi, ma se decidessimo di provare a ottenere i visti concessi a scopi umanitari violeremmo la legge. Un visto per ragioni di  lavoro è estremamente difficile da ottenere, dato che richiede che ogni altro contratto di lavoro con agenti stranieri sia concluso. Tenuto conto che tutti gli artisti lavorano con parecchi agenti, insorgono ovvi problemi. Oltretutto, se è necessario sostituire per qualche motivo un artista o qualcuno dello staff permanente, ottenere un visto di lavoro diventa veramente impossibile”.
Andrei Klyukin, direttore generale del J Group e del Wild Mint Festival crede che sia indispensabile creare una nuova tipologia di visti: “Al festival presentiamo le culture di molti Paesi diversi. Nel corso degli anni abbiamo lavorato con molte ambasciate e abbiamo portato qui artisti di vari Paesi nell’ambito degli scambi culturali. Tuttavia, quando si tratta di normali concerti commerciali, gli organizzatori vanno incontro a tutta una serie di problemi legati ai visti. Siamo ancora un Paese che non può ricevere o deve rifiutare le stelle internazionali in tournée del mondo della lirica, del balletto, del jazz, del pop e della musica rock”.
Rincara la dose Dmitri Sarayev, capo dell’agenzia Riff Concert: “In tutti i Paesi civili, gli artisti ottengono visti appositi rilasciati utilizzando uno contesto legislativo semplificato. Noi, invece, dobbiamo ricorrere a sotterfugi per non infrangere la legge e riuscire a svolgere il nostro lavoro, perché gli artisti non hanno molto tempo da dedicare all’ottenimento del visto. I visti normali non sono adatti per gli artisti”.
Anche Ilya Bortnyuk, direttore generale di Light Music, crede che ormai è indispensabile inserire gli attori in una categoria particolare: “Un uomo d’affari che viene qui per sei mesi e un artista che si trattiene due giorni sono due casi completamente diversi. Se il visto di lavoro è l’unica possibilità, gli artisti smetteranno molto semplicemente di venire in Russia. Per ottenere un visto di lavoro occorrono sei mesi di tempo e si spende una fortuna ed ecco che quindi gli artisti stranieri non verranno più a esibirsi in Russia. In definitiva, a risentirne maggiormente sarà il pubblico. Insieme alla reputazione del Paese, naturalmente”.
Eduard Ratnikov, presidente di Tci, una grande agenzia moscovita che organizza concerti, ha fatto notare che gli artisti ormai incontrano difficoltà anche solo cercando di ottenere visti per motivi d’affari: “Non ho quasi mai presentato richiesta per gli artisti di visti a fini culturali, ma ho utilizzato sempre quelli per motivi d’affari. Tuttavia, neanche così funzionano le cose e c’è molto che non va. Il nostro Servizio federale per l'immigrazione non ha ancora delineato le normative alle quali devono attenersi gli artisti. Hanno regole molto rigide per i lavoratori stranieri, ma non sono certo applicabili a Madonna, Elton John, Lady Gaga o Rammstein. Nei Paesi civili esistono visti appositi per gli artisti. Tutto ciò è assolutamente logico e semplice come l’abc, ed è così che dovrebbero funzionare le cose anche qui”.

WORLD VIDEO EXCLUSIVE: Cher - Woman's World (Video)

AMY WINEHOUSE: TANTE INIZIATIVE PER RICORDARLA NEL SUO 30ESIMO COMPLEANNO

Il prossimo 14 settembre Amy Winehouse avrebbe compiuto 30 anni e sono in programma diversi eventi per ricordare la cantautrice britannica scomparsa il 23 luglio del 2011.
Il 29 settembre Janis, mamma di Amy, si lancerà con il paracadute  e insieme a lei lo faranno anche Jonathan Simpson, sindaco di Camden – quartiere dove abitava la cantante -  e altre trenta persone.
Inoltre, per il 13 settembre è stata fissata la serata “Friday I’m In Love” presso il Purple Turtle, durante la quale si esibiranno Jon Snow – presentatore di Channel 4 News – e il cantautore britannico David McAlmont.
Le varie iniziative fanno parte di #Amys30, il progetto ideato per festeggiare il 30esimo compleanno di Amy e che andrà avanti per tutto il mese di settembre.
Alla Proud Galleries andrà in scena “Amy Winehouse: For You I Was A Flame”, una mostra fotografica che ripercorrerà la carriera della Winehouse.
Tutti i fondi raccolti grazie a #Amys30 saranno devoluti alla Amy Winehouse Foundation, creata dalla famiglia della cantante dopo la sua prematura scomparsa per mantenere vivo il suo ricordo e aiutare i giovani in difficoltà.

Mostra del Cinema di Venezia: film in concorso

Anche quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia, giunta ormai alla sua 70esima Edizione, propone un ricco e variegato programma di film d’autore. Attesi al Lido di Venezia grandi star del cinema internazionale del calibro di George Clooney, James Franco, Zac Efron, Matt Damon, Scarlett Johansson.
In lizza per il Leone d’oro alla 70.Mostra del Cinema di Venezia 21 tra film e documentari.
Tra i titoli in concorso svettano gli ultimi lavori di Terry Gilliam (“The Zero Theorem”), Stephen Frears (“Philomena”), Philippe Garrel (“La jalousie”), Errol Morris (“The Unknown Known”) e il nuovo film d’animazione del maestro giapponese Hayao Miyazaki “Kaze Tachinu”. Grande attesa per i registi sorpresa: James Franco con Child of God, tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, Kelly Reichardt con “Night Moves” e il giovanissimo canadese Xavier Dolan che con “Tom à la ferme” si candida al Queer Lion, il Leone d’oro gay di Venezia70.
L’Italia è rappresentata da tre film: “L’intrepido” di Gianni Amelio, “Via Castellana Bandiera”, che vede per la prima volta dietro la macchina da presa la palermitana Emma Dante, e “Sacro Gra”, di Gianfranco Rosi.

TITOLI DEI FILM IN CONCORSO:

ES-STOUH (LES TERRASSES) di Merzak Allouache (Algeria, Francia)

L’INTREPIDO di Gianni Amelio (Italia)

MISS VIOLENCE di Alexandros Avranas (Grecia)

TRACKS di John Curran (Regno Unito, Australia)

VIA CASTELLANA BANDIERA di Emma Dante (Italia, Svizzera, Francia)

TOM À LA FERME di Xavier Dolan (Canada, Francia)

CHILD OF GOD di James Franco (Usa)

PHILOMENA di Stephen Frears (Regno Unito)

LA JALOUSIE di Philippe Garrel (Francia)

THE ZERO THEOREM di Terry Gilliam (Regno Unito, Usa)

ANA ARABIA di Amos Gitai (Israele, Francia)

UNDER THE SKIN di Jonathan Glazer (Regno Unito, Usa)

JOE di David Gordon Green (Usa)

DIE FRAU DES POLIZISTEN di Philip Groning (Germania)

PARKLAND di Peter Landesman (Usa)

KAZE TACHINU di Hayao Miyazaki (Giappone) – film d’animazione

THE UNKNOWN KNOWN di Errol Morris (Usa)- documentario

NIGHT MOVES di Kelly Reichardt (Usa)

SACRO GRA di Gianfranco Rosi (Italia) – documentario

JIAOYOU (STRAY DOGS) di Ming-Liang Tsai (Taipei cinese, Francia)

Madonna arriva a Roma a sorpresa!

Madonna è a Roma. La popstar, che tre giorni fa ha compiuto 55 anni, è sbarcata ieri all'aeroporto di Ciampino, nel settore dell'Aviazione generale, dove è arrivata con un volo privato da Nizza.
Uno sbarco un po' a sorpresa quello della regina del pop a Roma: maglietta nera, foulard bianco a pois, occhiali scuri. La popstar, accompagnata da quattro persone, ha lasciato velocemente lo scalo romano, alle 18.20, scortata da addetti della vigilanza privata e da agenti della Polizia di frontiera. è salita su una Mercedes nera con vetri oscurati seguita da una monovolume scura. Il corteo era scortato da staffette in motocicletta della Polizia di Roma Capitale.
La cantante dovrebbe fermarsi a Roma almeno fino a mercoledì per visitare - a quanto apprende l'ANSA - la palestra vicina al Colosseo Hard Candy Fitness Roma, che aprirà prossimamente. La struttura fa parte della catena fondata dalla popstar nel 2010: il centro sportivo, circa mille metri quadrati, con sale per yoga e fitness, dovrebbe aprire per fine agosto anche se l'inaugurazione ufficiale sarebbe fissata per il 4 ottobre. Il 10 settembre invece, uscirà in tutto il mondo in versione dvd, Blu-Ray, doppio cd, edizione Deluxe e altri formati il Mdna World Tour di Madonna: due ore nonstop con le canzoni dell'ultimo album e brani celebri amati dai fan per festeggiare proprio il compleanno della signora Ciccone.

Cher: il mio prossimo tour sarà l’ultimo della mia carriera

Nuova, importantissima notizia riguardante la cantante americana Cher. La celeberrima artista di “Believe”, dall’alto dei suoi 25 studio album da solista e 50 anni di carriera, sta per pubblicare entro la fine dell’anno il suo prossimo disco “Closer to the Truth”. A ben 67 anni, l’artista non sembra temere gli acciacchi dell’età ed è intenzionata a mettersi in gioco cercando di attrarre a se non solo coloro che l’hanno sempre seguita e sostenuta, ma anche i giovani così come dimostrano le sonorità scelte per il singolo “Woman’s World”. Ora Cher ha deciso finalmente di comunicarci delle succosissime novità sul tour tramite il quale promuoverà il suo prossimo album.
Ecco cos’ha scritto l’artista su Twitter: “Ho appena saputo che Bob Mackie creerà i costumi per il mio nuovo Tour. Questo mi rende davvero felice! Si tratta dell’ultima volta che vado in tour e non sarei io senza di lui! Il Tour inizierà verso marzo ed io, invece di andare in giro col pullman, starò in Hotel! Intendo dire che farò un concerto e poi tornerò in Hotel, ne farò un altro ancora e poi ritornerò sempre in hotel!” A questo punto, questa tournée sembrerebbe essere la maniera in cui Cher saluterà per l’ultima volta tutti i suoi ammiratori, che avranno ora la possibilità di vederla performare dal vivo, ma attenzione! Per l’ultima volta.

MADONNA: PAZZA FESTA DI COMPLEANNO IN MARIE ANTOINETTE STYLE

Da Madonna ci si può solo aspettare il meglio e anche per il suo 55esimo compleanno ha fatto le cose in grande.
Ha organizzato una mega festa mascherata in stile ’700 con tanto di fuochi d’artificio e musica nella super villa affittata per l’estate a Saint Jean Cap-Ferrat, sulla vipposa Costa Azzurra francese.
Madonna si è divertita un mondo con i suoi tanti amici: da Frank Ocean ai fotografi Steven Kleine Mert Alas & Marcus Piggott, dall’attrice Andrea Riseborough (protagonista di ‘W.E.’, il film diretto da Madonna) alla personal trainer Nicole Winhoffer, ma soprattutto Riccardo Tisci, designer per Givenchy e BFF di Madge.
Vestiti come damigelle e pagetti con tanto di parruccone, bustini, gonnelloni e braghe corte come richiesto dal dress code, i fortunati presenti erano anche armati di smartphone e instagram per raccontare la pazza serata tra tuffi in piscina, musica live e balli sfrenati.
La Regina del Pop era vestita come tale: in perfetto stile Marie Antoinette (come quando aveva cantato ‘Vogue‘ agli MTV Video Music Awards nel 1990) con tanto di parrucca alta già vista e body in velluto viola indossato per il Re-Invention Tour del 2004.
Più che di un riciclo di look, pensiamo ad una auto-celebrazione. Madonna si diverte un mondo a soffiare le 55 candeline con il sorriso dorato dalle grillz per un mix anacronistico davvero speciale: you rock, Madge!









55 anni e 30 di carriera: auguri Madonna!

Doppio festeggiamento quest'anno per Madonna. Oggi infatti, 16 agosto, è il compleanno di Lady Ciccone: 55 anni per la regina del pop nata il 16 agosto 1958.
Impossibile descrivere Madonna (al secolo Madonna Louise Veronica Ciccone) in poche righe. Grande manager (di se stessa) inconfondibile ed eclettica voce, l'istrionica artista è sulla cresta dell'onda dagli anni '80 quando, carica di rosari e vestita di borchie e pizzi, interpretava Like a Virgin e spopolava fra le ragazzine, che la imitavano e idolatravano. Da allora ad oggi, Madonna, oltre che cantante, è diventata attrice, scrittrice, regista, ballerina, stilista, produttrice discografica...: sempre sotto i riflettori, nel pubblico e nel privato. Amori, tantissimi, due mariti, quattro figli (compreso quello adottato in mezzo a mille polemiche) e - soprattutto - un continuo mutamento di immagine. Da trasgressiva a bon ton, da dark lady a femme fatale. Sofisticata, casual, bionda, mora, rossa. Monacale e blasfema. Una cosa è certa: Madonna rimane davvero unica, un mito vivente.
Quest'anno però cade anche un'altra ricorrenza importante per lei. La sua carriera taglia il traguardo dei 30 anni. Il primo album della cantante, "Madonna", è infatti uscito nel 1983.
Per festeggiare la doppia ricorrrenza il 10 settembre uscirà in tutto il mondo in versione DVD, Blu-ray, doppio CD, edizione Deluxe 2CD+DVD, e altri formati il "MDNA World Tour" su etichetta Live Nation/Interscope Records. Due ore non stop con le canzoni dell'ultimo album 'MDNA', ma anche con i brani più celebri e amati dai fan. 

Se i musei devono veramente imparare da Disneyland

Ambientazione, coinvolgimento, biglietti, merchandising: la cultura può imparare dai parchi a tema?
«Basta musei Disneyland, la scienza è ricerca», ha detto qualche giorno fa Renzo Piano, in un’intervista a Repubblica.it, a proposito del Muse, il Museo delle Scienze di Trento, e della nuova ala dell’Acquario di Genova, entrambi da lui curati. L’architetto si riferiva alla necessità di lasciar esplorare i visitatori e di ridurre l’entertainment che, a suo dire, ha preso eccessivo spazio nelle esposizioni e ha come conseguenza l’appiattimento della proposta culturale rivolta ai visitatori.
La tendenza a spingere fortemente sul tasto dell’edutainment si è effettivamente registrata, anche in Europa, soprattutto nei musei delle scienze. In Olanda il Corpus Museum ospita un corpo umano gigantesco da esplorare, con possibilità di “assistere” a diverse funzioni, dal battito cardiaco alla fecondazione, attraverso un’esperienza simile a quella proposta dai parchi a tema. Nel Museo di Storia Naturale di Copenhagen, i bambini rivivono i tempi antichi fino ai Vichinghi indossando i costumi tradizionali dei loro antenati e costruendo muri di mattoni. Ma gli esempi di interazione maggiore tra musei e parchi a tema si trovano senz’altro negli Usa. Rimanendo tra i musei delle scienze, basti pensare all’Hayden Planetarium nell’American Museum of Natural History di New York: nell’emisfero sopra gli spettatori viene proiettata una storia dell’universo a partire dal Big Bang, con effetti speciali e la voce narrante di Whoopy Goldberg.
Il caso più eclatante è probabilmente l’Abraham Lincoln Presidential Library and Museum di Springfield, nell’Illinois. Lo ha realizzato Bob Rogers, già dipendente della Disney (da cui fu licenziato tre volte) e oggi a capo di una delle più importanti società di realizzazione di spettacoli e attrazioni per parchi a tema, la Brc Imagination Arts, attiva in progetti della Disney, della Universal Studios e dello spazio espositivo della Nasa. In quel museo il confine tra museo e intrattenimento è labilissimo. Accanto a collezioni di oggetti e documenti ufficiali, oltre alla sua libreria personale, ci sono diorami che rappresentano varie fasi della vita del presidente e due spettacoli di intrattenimento con attori:  Lincoln’s Eyes e Ghosts of the Library. Un approccio talmente spostato sull’entertainment da aver sollevato (nonostante il milione di dollari raccolto nei primi tre mesi solo dal negozio di souvenir) moltissime perplessità anche negli Usa. Ma al di là di questo caso estremo, ha ragione Bob Rogers quando dice che i musei hanno tanto da imparare dai parchi a tema, su fronti come la gestione della folla e la capacità di far divertire? 
Ne è convinto Paolo Guenzi, docente di marketing alla Sda Bocconi e autore con Enrico Valdani del libro "Il marketing dei parchi tematici" (Egea, 1998). «Quello dei parchi a tema è un modello di gestione particolarmente complesso – spiega -. Se qualcuno riesce a controllare tutte quelle variabili, a partire da quella del meteo, è in grado di gestire qualsiasi altra attività, a partire dai musei. La mia posizione che non tutto possa essere esportato. Ci sono grandi differenze: ad esempio, i parchi di divertimento prevedono investimenti molto superiori (come esempio, la nuova attrazione “Raptor” di Gardaland è costata da sola 5 milioni di euro, ndr), hanno un target ben più ampio di quello dei musei e prevedono un livello di coinvolgimento maggiore. Detto questo, avere una posizione conservatrice, da parte dei musei, è secondo me sbagliato. In questi anni mi è capitato più volte di partecipare a convegni sul turismo culturale e ogni volta che ho proposto di prendere degli spunti dal mondo dei parchi a tema ho trovato di fronte un muro di diffidenza».
Ancora più sicuro della possibilità di commistione tra cultura e divertimento è Roberto Canovi, direttore responsabile della testata giornalistica online www.parksmania.it, punto di riferimento per il mondo degli “amusement park”. «I musei non solo devono assolutamente imparare – dichiara - ma copiare a piene mani dall’esperienza dei parchi a tema. Ho letto le dichiarazioni di Renzo Piano sul Muse ma sono totalmente in disaccordo: credo che ci sia tutto da imparare dalle strutture americane come Disneyland. Architetti come Piano e Calatrava realizzano creazioni anche bellissime ma che non funzionano quando si parla di fruizione da parte di un numero enorme di persone, come un museo. In questo senso basta confrontare il British Museum, così freddo e noioso, con il museo di storia naturale di New York, che ha attinto tantissimo dai parchi di divertimenti».
Il punto, aggiunge Canovi, è che «i parchi di divertimenti, che per i radical chic sono una subcultura, hanno al loro interno professionalità altissime, dall’architettura al commerciale, alla finanza. Chi è stato in grado, anche in altri settori, di trarre ispirazione ne ha avuto beneficio: penso all’Ikea, che ha abituato il pubblico a non annoiarsi e a godersi il tempo libero e che non a caso è diventato un concorrente dei parchi a tema».
Ma che cosa, in particolare, i musei potrebbero imparare da Disneyland e affini? «I parchi a tema in primo sono molto bravi a tematizzare, a creare una narrazione, sia nelle attrazioni sia nei bookshop e nei ristoranti. In questo i musei hanno molto da attingere», dichiara Guenzi. 
Un secondo punto di forza è la capacità di coinvolgere il pubblico. «Un museo può arrivarci – continua il professore -, per esempio cominciando a gestire la leva del personale. Pensate cosa succederebbe se i dipendenti dei musei invece di stare fermi cominciassero a coinvolgere il pubblico, raccontando dei quadri a pubblici diversi, e magari avessero divise in linea con il tema del museo o con parti del museo».
Per Canovi, i punti di ispirazione per i musei sono almeno tre. Il primo è costituito dall’ambientazione e dalla capacità di creare scenografie: «È chiaro che ricreare un ambiente ha un costo e che ci sono dei limiti da non superare in un museo - sottolinea -. Ma l’esperienza cambia notevolmente: negli acquari fino a un certo punto c’erano solo teche e pannelli esplicativi, oggi ci sono vasche sopra le teste delle persone e vascelli, con un coinvolgimento decisamente superiore».
La seconda leva è quella del food&beverage: «se hai la possibilità di creare un’esperienza anche durante il pranzo o la cena – sottolinea –  ottieni soddisfazione degli ospiti e grandi ritorni, perché la marginalità sul food è la massima in assoluto». Infine c’è il capitolo del merchandising, dove alla Disney sono maestri ma dove anche altri hanno imparato a fare le cose bene, come nell’Europa Park di Rust, in Germania, il secondo maggiore parco nel Vecchio Continente dopo Disneyland Paris.
Altri esempi di gestione avanzata dei parchi di divertimento riguardano i prezzi: in qualche caso (in Italia di recente a Minitalia Leolandia) sono state attivate tariffe dinamiche, come quelle delle compagnie aeree, e in generale si è fatto ampio ricorso ai coupon promozionali di siti come Groupon. «Ci sono limitazioni di carattere normativo – aggiunge Paolo Guenzi –, ma idealmente sarebbe opportuno applicare differenziazioni dei prezzi anche nei musei. Esiste infatti una ciclicità della fruizione, a seconda sia dei mesi sia dei giorni della settimana sia nel corso della giornata. Perché, dunque, non scontare l’ingresso a pranzo, magari provando a recuperare la minore entrata con maggiori consumazioni al ristorante e al bar?». 
C’è poi la gestione delle code. Si va dai virtual queuing system come i "Disney’s FastPass" che monitorano in automatico i tempi di attesa ai sistemi più semplici, che prevedono sovraprezzi per saltare le file, una soluzione, secondo il professore, che un grande museo potrebbe pensare di introdurre. I parchi hanno inoltre maturità nel gestire i gruppi, differenziando i prezzi per i diversi segmenti di mercato. Infine hanno uno sviluppo del merchandising molto curato (basti pensare che tra l’8 e il 15% del fatturato dei parchi deriva dalla vendita di souvenir, ndr). Se sviluppare una mascotte è un percorso lungo e fuori dalla portata della maggior parte dei musei, questi, continua Guenzi, «dovrebbero uscire dalla logica di vendere solo prodotti “artistici” e allargare lo spettro dei prodotti, a seconda della storia che si vuole raccontare».
Esempi in questo senso, aggiunge, sono le magliette personalizzate o le foto scattate durante la visita, entrambi oggetti acquistati d’impulso. Sono dei classici dei parchi a tema che si potrebbero esportare, se non fosse, aggiunge il professore, che «la maggior parte dei musei non ha voglia di raccontare una storia che vada al di là dell’esposizione degli oggetti. La scusa è che non hanno strutture adeguate; il che è vero, ma penso c’entri più l’aspetto delle competenze gestionali, non sempre adeguate. C’è quella stessa chiusura che 20 anni fa si poteva vedere negli stadi, che oggi sono cambiati moltissimo e prevedono un prima e un dopo l’esperienza principale».

Muse, Matt Bellamy in un tweet: 'Tour per il ventennale nel 2014'

Benché il loro primo album, "Showbiz", risalga al 1999, i Muse - come gruppo - sono attivi dal 1994, quando gli allora giovanissimi Matthew Bellamy, Christopher Wolstenholme e Dominic Howard iniziarono a cimentarsi nella composizione di brani originali in una sala prove di Teignmouth, nel Devon inglese. Per festeggiare i vent'anni di attività, il trio esploso presso il grande pubblico con "Origin of symmetry" nel 2001 potrebbe intraprendere un tour mondiale: a lasciarlo intendere è stato lo stesso frontman della formazione, Bellamy, che in uno scambio via Twitter con un fan si è lasciato sfuggire (volontariamente, non c'è bisogno di aggiungere) quello che per i fan potrebbe diventare uno degli appuntamenti di punta per il 2014.
A innescare la rivelazione è stata la richiesta di chiarimenti, da parte di un ammiratore, sul concerto tenuto qualche giorno fa a Tokio, registrato da Tom Kirk e da un collega in audio e video (e definito dal gruppo stesso come "il più divertente della propria carriera") che ha visto, tra le altre cose, la batteria di Howard letteralmente circondata da maschere e pupazzi. "Hey, rilassatevi. Quella era solo la prova generale per il tour per i vent'anni di attività che faremo il prossimo anno".
Al momento, non è dato sapere se e come le riprese nel concerto di Tokio verranno utilizzate. Di certo, e nonostante il lunghissimo tour che ha impegnato - e impegnerà ancora, fino al prossimo 22 ottobre, quando la serie di date si chiuderà al Palacio de los Deportes di Città del Messico - il trio nel corso di quest'anno, non è la prima volta che la band si sbilancia circa impegni dal vivo nel 2014. A farne cenno, già all'inizio dello scorso maggio, fu il batterista Dominic Howard, che ipotizzò l'organizzazione di "qualcosa di speciale" per il "prossimo febbraio" per celebrare la ricorrenza: "E' il nostro ventesimo anniversario, c'è da non crederci. E' verso febbraio dell'anno prossimo, penso che faremo sicuramente qualcosa di speciale. Spero che faremo dei concerti speciali, qualcosa di simile. Sarebbe bello festeggiare andando a suonare in qualche piccolo club, da qualche parte, pensando 'Gesù Cristo, questa band ha già vent'anni'".

Wim Wenders: Nuovo film in 3D con James Franco e Charlotte Gainsbourg

James Franco e Charlotte Gainsbourg saranno i protagonisti di "Every Thing Will Be Fine", il nuovo film di Wim Wenders basato su una sceneggiatura originale del norvegese Bjørn Olaf Johannessen. Dopo "Pina", per Wenders ancora un progetto in 3D: il film è la storia di un uomo che perde il controllo sulla propria vita dopo essere stato vittima di un incidente e, dice il regista, la visione tridimensionale sarà un modo per mettere in scena in modo innovativo le emozioni dei personaggi.
Nel cast anche Marie-Josée Croze. Il direttore della fotografia sarà Benoît Debie ("Spring Breakers").

Sinead O’Connor: otto domande al Papa su Chiesa e pedofilia

La cantante affida all’Huffington Post la sua requisitoria al Papa
Sinead O’Connor, la cantautrice che già in alcune occasioni aveva rivolto al Papa critiche fortissime per lo scandalo della pedofilia, soprattutto in relazione al comportamento della Chiesa nel caso dell’Irlanda, rivolge dieci domande al pontefice dopo le dichiarazioni di Benedetto XVI sulla contrizione del clero dopo l’emersione dei casi di bambini violentati dai parroci. Nel pezzo pubblicato dall’Huffington Post, la O’ Connor dice di scrivere a nome di tutte le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti cattolici, a nome di tutti i cattolici, e “per conto dello Spirito Santo”. Poi spiega che le sue domande arrivano dopo la dichiarazione del Papa del 20 dicembre, così come è stata riportata dalla AP: ” Nel 1970 la pedofilia era teorizzato [dalla Chiesa], come qualcosa di pienamente in conformità con l’uomo e anche con i bambini”. C’è da dire che l’aggiunta by the Church è fatta dalla O’ Connor, mentre dal contesto di quanto detto dal Papa non si evince chiaramente che sia sottinteso che si parli di Chiesa, anzi Benedetto XVI se la prende, prima, con la società, dove per colpa del relativismo e della tolleranza (sic.) il sesso con i bambini era considerato un comportamento normale. Ciò precisato, ecco le domande di Sinead:

Chi è che ha teorizzato che la pedofilia era qualcosa pienamente in conformità con l’uomo e con i bambini?

Può fornirci i loro nomi?

Quando ha cominciato "a girare" questa storia?

E quando è stata abbandonata?

Perché questa informazione non è stata fornita alle vittime?

E perché non è stata fornita alle commissioni di inchiesta o alle autorità civili?

Perché in tutti questi anni di scandali questa storia non è mai venuta allo scoperto?

Al Papa non sembra irrispettoso, nei confronti delle vittime degli abusi, che Benedetto XVI non si presenti per rispondere ufficialmente di queste affermazioni?

Finalmente l’MDNA World Tour di Madonna diventa DVD

Il 10 settembre è la data che i fan di Madonna aspettano ormai da tempo. Due ore di concerto non stop in versione Dvd, Blu ray, doppio Cd, edizione deluxe comprendente 2 CD + Dvd e chi più formati ha più ne metta, sotto l'etichetta Live Nation/Interscope Records per l'MDNA World Tour.
Tour che ha fatto ballare, cantare ed emozionare con performance visuali e non, ben 29 paesi ottenendo 88 sold out,  per oltre 2,2 milioni di fan. Tutto merito della produzione capitanata dalla stessa Madonna con l'incredibile collaborazione della sua band composta da 10 fantastici musicisti e con le acrobazie di ben 27 ballerini, il tutto coordinato alla perfezione dal direttore artistico Kevin Antunes.
MDNA World Tour spazia da canzoni come "Like a prayer" e "Papa don't preach" alle più recenti dell'ultimo album  "Girl Gone Wild" e "Gang Bang", che lo hanno portato il tour della material girl in cima alle classifiche del 2012 in ben 35 Paesi.
La signora Ciccone, seguendo in prima persona la produzione del Dvd del tour ha commentato "Ogni sera lasciavo il mio cuore su quel palco... Il mio show è un viaggio di un'anima dal buio alla luce. È da un lato un musical teatrale, dall'altro uno spettacolo puro e dall'altro ancora un'intima performance artistica. È molto importante per me come artista che il mio show non venga estrapolato dal contesto in cui nasce e si sviluppa. Deve essere visto con il cuore aperto dall'inizio alla fine. Sono sicura che in questo modo lo spettatore può godere dello show, ed è quello che voglio, far si che il mondo sia un posto migliore per i miei fan".
L'intero progetto del DVD è stato diretto da Danny B. Tull e Stephan Sellor e, ovviamente, prodotto da Madonna. Arthur Fogel , Guy Oseary e Sara Zambreno firmano la produzione esecutiva, mentre i cambi di costume di tutto l'intero tour sono opera di Arianne Phillips e Mark Rirchie, che ha seguito la direzione fotografica.

Annunciata l’uscita di Atlas, il singolo dei Coldplay presente in Hunger Games – La Ragazza di Fuoco

Il 26 agosto il celebre gruppo britannico lancerà Atlas‬, il primo brano che compone la colonna sonora del film Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, il sequel di Hunger Games diretto da Francis Lawrence, il regista di Io Sono Leggenda. In più un nuovo trailer internazionale…
Il 26 agosto sarà una data doppiamente importante, sia per i fan di Hunger Games che per quelli dei Coldplay. Quel giorno, infatti, il celebre gruppo alternative rock britannico pubblicherà su YouTube, iTunes e altre piattaforme digitali Atlas, brano presente nella colonna sonora di Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, il sequel di Hunger Games diretto da Francis Lawrence, il regista di Io Sono Leggenda.
Questa rappresenta un’esperienza nuova per i Coldplay, che per la prima volta nella loro carriera hanno composto un brano inedito per un film. Le altre tracce della soundtrack verranno diffuse con l’avvicinarsi della data d’uscita. Cogliamo anche l’occasione per presentarvi un nuovo trailer internazionale.
Jennifer Lawrence veste ancora una volta i panni della combattiva Katniss in questa nuova avventura, tratto dal secondo romanzo della trilogia di Suzanne Collins. Nel cast ci sono anche Josh Hutcherson e altri protagonisti del precedente capitolo, insieme ad alcune new entry tra cui Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin e Jeffrey Wright.
Il primo capitolo è stato un enorme successo in patria con oltre 400 milioni di dollari incassati e ha posto la prima pietra di un franchise che ci accompagnerà fino al 2015 e che comprende quattro pellicole. Hunger Games – La Ragazza di Fuoco uscirà in Italia in contemporanea con gli USA il 21 novembre 2013. QUI trovate la fanpage italiana su Facebook. Per maggiori informazioni potete inoltre consultare le nostre News dal Blog.