True Blue, '86 - Recensione

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Uscito nel 1986, due anni dopo Like a virgin e il Virgin Tour USA '85, l'album divenne il secondo best seller di vendite della carriera della star. Raggiungendo la prima posiziona in 28 paesi, è sicuramente quello che rese definitivamente Madonna megastar in tutto il mondo.Se gli anni precedenti i critici sottolinearono quasi esclusivamente i difetti della cantante, snobbando un fenomeno musicale e di costume che stava conquistando il mondo, adesso invece analizzarono tutto con obiettività. Ammettendo, un po' con stupore, che le loro ipotesi, ovvero che lei era solo un fenomeno passeggero e destinato ad avere poca vita artistica, erano errate. I critici furono costretti a guardare Madonna da una diversa angolazione. A questo contribuì la stessa star che ancora una volta preferì attrarre l'attenzione puntando in primis sull'immagine, che doveva poi trainare il lavoro musicale. Diversamente da quello che si poteva immaginare, la cantante abbandonò il look da strada tutto pizzi, merletti e crocifissi, che aveva catalizzato l'attenzione dei media, favorendo la nascita un po' in tutti i paesi del mondo di piccole madonnare , chiamate wanna-be, per un aspetto più maturo ma sempre conturbante. Questo piacque alla maggior parte dei critici, che preferivano vedere le cantanti donne non provocanti. Per il video del primo singolo Live to tell, appariva con un semplice vestito stile anni '40 e con lieve trucco, mentre per il secondo Papa don't preach interpretava una ragazza di periferia rimasta incinta e che non voleva abortire. Questo cambio di look che nessuno si aspettava cominciò a rendere famosa la cantante per la capacità di spiazzare e di sorprendere tutti, qualità che affinerà negli anni successivi, diventando oggi irraggiungibile e inarrivabile. Tant'è vero che quando tutti pensarono che la star si fosse convertita ad un comportamento retto che si rispecchiava nel look, ecco che sorprese tutti apparendo nel video di Open your heart, mentre interpreta una spogliarellista che balla con addosso una fetish guepier nera, in un locale, tra guardoni, voyeur, omosessuali e lesbiche. Già all'epoca, qualcuno ammise la genialità di Madonna nel saper non stancare e annoiare mai, e di come l'artista sapesse ben manipolare i media, facendo diventare la famigerata giostra della celebrità un gioco a cui lei sapeva giocare benissimo.Come si diceva, fu con questo album che i critici cominciarono a ritenere musicalmente Madonna interessante quanto era. La ragione è motivata soprattutto dalla variegata produzione del lavoro. Producendo e scrivendo tutti i brani insieme a Patrick Leonard, con cui iniziò una solida collaborazione e a Stephen Bray, Madonna usò uno stile diverso per ogni pezzo. Il brano di apertura Papa don't preach colpisce immediatamente per il memorabile arrangiamento dell' intro tutto in archi. La sua tecnica vocale è cambiata e la voce si fa più profonda e cromatica, dà maggiore appiglio drammatico ad ogni interpretazione. Nel secondo brano Open your heart, l'arrangiamento delle percussioni accentua la performance sexy aggressiva della voce. Il terzo brano White heat si rifà ad un pop elettronico, mentre Live to tell è una splendida ballata, uno dei suoi capolavori, apparentemente semplice ma costruita seguendo geniali intuizioni. La musica interrotta ad un terzo del brano poi ripresa per i versi finali è una mossa indovinatissima. Il resto dell'album sorprende per la molteplicità degli aspetti: in Where's the party rilegge la disco anni '70, in La isla bonita (altro capolavoro) la musica latina, in Jimmy Jimmy il pop ballabile degli anni '50 e nella finale Love makes the world go round quel pop scanzonato anni '80 rappresentato da gruppi come B'52s. Tutti i singoli tratti da True blue diventarono n.1 in America, in Europa e in Asia. Da True blue si comprende che l'obiettivo di Madonna era quello di crescere artisticamente, di scrollarsi di dosso qualsiasi cosa potesse ricordare un suo lavoro precedente. Guardandosi attorno e metabolizzando con entusiasmo qualsiasi stimolo ed energia nuovi, la sua arte si può benissimo considerare un tipo di performing-art che anno dopo anno si evolve in qualcosa di diverso e di interessante, ed'è poi questo il "segreto" che ancora oggi la fa essere la più grande artista pop del pianeta.
Alberto Coultier