Il governo cinese, dopo l’imbarazzo creato da Bjork all’inizio dello scorso marzo, potrebbe optare per una forte selezione –non che quella in vigore ora sia molto blanda- nei confronti dei concerti delle stelle del pop che vengono dall’Europa e dagli USA. La cantante islandese, quando si esibì a Shanghai, al termine del brano “Declare independence” inneggiò al Tibet, la regione montuosa occupata militarmente da oltre mezzo secolo dalle truppe cinesi e che Pechino considera parte del proprio territorio. Il governo della Repubblica Popolare, attraverso il Ministero della Cultura, ha affermato che metterà al bando tutti gli artisti esteri, compresi quelli di Hong Kong e Taiwan, che “minaccino la sovranità nazionale”. La definizione è così vaga e al contempo ampia che potrebbe adattarsi ad un largo ventaglio di artisti. Il Ministero ha altresì affermato che, oltre al contenuto esatto degli spettacoli, vuole conoscere in anticipo anche come sia strutturato il bis.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.