Prodigy, 2 videoclip e intervista

di Gianni Santoro Su XL 43 l'intervista completa a Liam Howlett e Keith Flint. Qui trovate invece due nuovi VIDEO e una ulteriore serie di gustosi anneddoti dalla loro viva voce. Come dissero di no a Miss Ciccone che voleva farsi produrre un album. Come beffarono l'antidroga Usa. E di come Dave Grohl suona nel nuovo disco Invaders Must Die
Di quando si sono ritrovati davanti al Vaticano all'inizio della carriera completamente fatti di ecstasy lo potete leggere su XL di marzo, appena arrivato in edicola. Ma in occasione dell'uscita del nuovo album Invaders Must Die, nei negozi dallo scorso 20 febbraio, il sito di XL vi offre anche due videoclip: quello del singolo Omen e quello del brano che dà il titolo all'intero lavoro. Ma i Prodigy ci hanno parlato di molte altre cose. Come di quella volta che Madonna...
Liam Howlett: «Sono le 2 e 30 del mattino di un giorno del 2000, sono a casa a dormire. Suona il telefono fisso. Rispondo. Mia moglie mi guarda malissimo. “Chi è?”, chiedo. Dall'altra parte: “Sono Madonna”. E io: “Ma come hai fatto ad avere questo numero?”. Lei: “Beh, sono Madonna”. Voleva che facessi il dj a un suo concerto segreto a Londra. Lo feci. Per i soldi. Però, a parte questo episodio, all'inizio, quando firmammo con la sua etichetta Maverick per l'America, nel 1996, si comportò benissimo. Venne direttamente lei a vederci suonare a New York, senza farsi annunciare da altri. Venne di persona e disse: “Sono Madonna, voglio mettervi sotto contratto”. Ho rispettato molto questo modo di lavorare».
Keith Flint: «Madonna sa cosa fa, conosce la musica e conosce il suo lavoro».Liam: «Sì, ci fece ascoltare alcune sue cose in studio, fu molto disponibile. Dopo la pubblicazione del nostro album però ci chiamò». Keith (facendo una vocetta stridula): «Sono Madonna, voglio che produci il mio album...». Liam: «Sembrava che poiché era la nostra discografica in America potesse fare di noi quello che voleva. Mi piace fare remix ma se sono in una band non voglio produrre altra gente. E poi... anche i remix, li faccio solo di gente che mi piace. Musicalmente Madonna non ha mai rappresentato niente per me. Non è David Bowie».
Per il nuovo album non avete voluto ospiti. Ma c'è Dave Grohl dei Foo Fighters alla batteria in “Run With The Wolves”. Come lo avete coinvolto?Liam: «L'album era finito, o quasi. E ho ricevuto una mail da Dave, che ho conosciuto a qualche festival tempo fa. Nella mail mi diceva che aveva finito il tour e aveva una grande voglia di suonare la batteria e che magari poteva fare qualcosa per noi. Ho pensato che fosse una grande sfiga, perché l'album era praticamente finito. Ma mi ha mandato subito delle registrazioni di lui che suona la batteria, tre-quattro ore di materiale. E, ascoltando, dopo pochissimo tempo già avevo in mente cosa farne e ne è uscito fuori un altro brano, Run With The Wolves. In una settimana era pronto, è stato tutto molto naturale. La cosa forte di Dave è che se fosse casualmente nella stessa città in cui suoniamo verrebbe direttamente lì e salirebbe sul palco per suonare con noi. È fatto così». Vi siete mai sentiti strani suonando “Smack My Bitch Up”? È uno dei vostri brani più controversi e nel 1997 fu accusato di essere misogino.Liam: «In Europa e in Inghilterra il pubblico ha capito che era ironica. Il video invece volevamo farlo più controverso possibile, ora passerebbe quasi inosservato, c'è in giro roba molto più hardcore. Tanto il brano in radio già non lo mandava nessuno... non capivano che era solo divertimento, solo uno scherzo. Chiunque pensi che siamo misogini è un coglione».Keith: «L'altro giorno dal palco mi sono fermato a guardare questa ragazza che cantava il ritornello a squarciagola e si divertiva. È per quello che l'abbiamo scritta. Per farla urlare. Non era nata per dividere la gente». Liam: «L'unico posto dove davvero ci sono stati problemi – e noi abbiamo girato davvero tutto il mondo – sono gli Stati Uniti. Ci sono alcuni stati lì dove sono così ipocriti, bigotti. L'America degli stati centrali pensa che Marilyn Manson sia la persona più pericolosa al mondo, figuriamoci. Non capiscono la teatralità, quello che c'è dietro. Quell'America lì si offende per tutto...».Mai avuto problemi con le droghe negli Stati Uniti?Liam: «Raccontavo qualche giorno fa che una volta, subito dopo un concerto a Londra, io e Keith ci imbarcammo di corsa per un volo per l'America. Andavamo a sciare e, scendendo, i cani antidroga ci accerchiarono. Guardarono ovunque nei nostri bagagli, ma ero tranquillo perché sapevo di non avere niente. Dovettero lasciarci andare. Qualche ora dopo misi una mano in tasca e avevo una bustina di erba proprio lì, in tasca».Keith: «Il mio migliore aneddoto legato alle droghe è che ho smesso. Ora preferisco lo sport. Non so niente di calcio ma sono venuto in moto in Italia, al circuito del Mugello, per vedere una gara motociclistica. Loris Capirossi lo conosco bene, è un mio amico. Nel vostro paese immagino che ci siano gli schieramenti: i fan di Max Biaggi da una parte e quelli di Valentino Rossi dall'altra».