Insulti in tv/ Corte Suprema Usa: no alle volgarità in tv. Ma non si pronuncia sul primo emendamento

La Suprema Corte degli Stati Uniti ha confermato la validità di un decreto dell’epoca Bush che punisce le reti televisive che trasmettono anche una sola parolaccia prima delle dieci di sera. La sentenza, scritta dal giudice Antonin Scalia, si limita a considerare gli aspetti formali dei quesiti contenuti nei ricorsi dalle corti di livello inferiore, che giudica mal fatti e non si esprimere però sulla questione costituzionale di fondo: se, cioè, il primo emendamento della Costituzione (che garantisce le libertà di culto, parola e stampa) possa permettere che la Commissione federale per le Comunicazioni (Fcc) punisca un linguaggio simile. La norma federale, confermata dalla Corte suprema, nacque nel 2004 sull’onda della polemica per le parolacce dette da Bono degli U2 e Cher durante, rispettivamente, i Golden Globes e i Billboard Music Awards e trasmesse da diverse emittenti televisive attraverso l’America. La Fox, coinvolta allora nella vicenda, pur non essendo stata multata sostiene che la nuova politica della Fcc viola il primo emendamento perché impone delle multe salatissime per chi trasmette anche solo di sfuggita insulti e altre parole volgari. Gli altri network televisivi sostengono la stessa linea,, temendo che l’introduzione di queste nuove ammende possa costare 325 mila dollari per ogni imprecazione trasmessa. La domanda però è: si possono porre dei limiti alla libertà di parola e fare delle multe a chi trasmette delle “parolacce”, anche se parte di un discorso più ampio? La Corte Suprema non si pronuncia, per le ragioni formali invocate dal relatore: i giudici si sono divisi secondo le appartenenze ideologiche, con Scalia e i giudici di destra che hanno evitato il tema della libertà di manifestazione del pensiero e i giudici di sinistra che avrebbero voluto annullare le direttiva Fcc. La maggioranza peraltro sostiene, sull’onda delle migliaia di reclami che la Fcc continua a ricevere, la necessità di limitare il più possibile l’utilizzo del linguaggio volgare nei programmi radio e tv. Da notare, però, che le nuove regole non riguardano le Tv via cavo, quelle sul satellite o su internet che, dunque, possono facilmente aggirare la rigida normativa governativa in materia di “linguaggio indecente”. La Corte suprema, inoltre, dovrà presto esaminare un altro ricorso, per una multa di 550 mila dollari che la Fcc fece alla Cbs nel 2004 per aver mostrato per un attimo un seno scoperto di Janet Jackson durante il Super Bowl. Da notare che contro l’orientamento di destra della Corte si muove la rete tv Fox, notoriamente molto di destra: ma sui principi di libertà, almeno in America, editori e giornalisti, quale che sia il loro credo, non transigono.
Viola Contursi (Scuola superiore di Giornalismo Luiss)
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