Carmen Consoli: «La De Filippi mi inquieta, Morgan sì che mi piace»

MILANO 22/10/2009 - «Ho voluto essere una “buttana” nel video del singolo “Non molto lontano da qui” e nella canzone “Elettra”, perché sempre più persone vendono se stesse, sacrificando le proprie aspirazioni, per omologarsi agli altri. Io non svenderò mai la mia musica, che ancora una volta ha compiuto un miracolo, trasformando in gioia il dolore immenso per la perdita di mio padre».Ieri a Milano per presentare il nuovo album “Elettra”, in uscita il 30 ottobre, Carmen Consoli ha usato proprio il termine “buttana”. «Addolcisce la parola puttana con la p, togliendole il senso volgare e dispregiativo». E con dolcezza ha sparato una battuta al vetriolo: «Una volta le “buttane” restavano tali o al massimo facevano le attrici in film di serie b. Oggi entrano in politica». Quando poi le abbiamo chiesto di esprimere la sua opinione sul dramma di Messina, si è affidata ancora al gergo siciliano, ma non per smorzare i toni...«Invece di costruire questa minchia di ponte sullo stretto, era meglio evitare la tragedia in Sicilia. Nessuno ha fatto nulla per prevenirla, anche se tutti sapevano che parte della terra era in pericolo. Alla nostra regione mancano acquedotti e strade illuminate: è più urgente adeguare le strutture alla normalità di una regione civile, piuttosto che fare un ponte che può causare disastri ambientali, azzerando la fauna ittica. E servono meno soldi, così risparmia anche il Nord, che si lamenta perché dice di mantenerci». Torniamo al nuovo album: la canzone “Mandaci una cartolina” è dedicata suo padre. «L’ho scritta questa estate, ripensando a lui che considerava la morte come una grande sorpresa. Scherzava dicendo che ci avrebbe mandato una cartolina dall’aldilà. Tutto il disco è nel suo ricordo: Elettra è il simbolo della riscoperta dell’amore paterno, che è un sentimento meno immediato di quello materno, più lento a maturare, ma che racchiude tutto ciò che non è scontato».Il brano “Marie ti amiamo” è un duetto con Franco Battiato. «È una fortuna averlo come vicino di casa: è un autore immenso e sempre all’avanguardia». Tra folklore siciliano e femminilità, il cd “Elettra” affronta temi impegnativi: la canzone “Mio zio” su un abuso domestico riapre la discussione sul rispetto per la figura femminile. «Metterla nei posti di potere non significa riconoscere la dignità della donna. Evitiamo di svestirle in qualsiasi occasione, perché un corpo bello diventa volgare, se denudato. Ci sono grandi esempi di donne eleganti e sensuali anche senza spogliarsi: Ingrid Bergman, Anna Magnani, Sophia Loren, Mina, Raffaella Carrà...». L’universo femminile non è esente da responsabilità: ci sono donne che si spogliano ancora prima che venga chiesto loro di farlo... «Purtroppo è vero. Oggi c’è una generazione di mamme che educano le figlie a sfruttare le proprie grazie pur di raggiungere il successo».Anche la violenza verbale di certi programmi televisivi è una volgarità che Carmen fatica a digerire. «Mi piace “X Factor” perché c’è meno compiacimento del dolore rispetto ad “Amici”. Qualunque conflitto, anche quello dialettico, mi inquieta: la trasmissione di Maria De Filippi mi spaventa più del film “L’esorcista”. Provo disagio nel vedere giovani allevati alla diatriba e umiliati in pubblico per aumentare l’audience. Sembra che un artista non possa emergere se non partecipa ai talent show. Non è vero: geni come Battiato, De André o Rino Gaetano non sarebbero mai usciti da una trasmissione come “Amici”. Io guardo sempre “X Factor con mia madre soprattutto perché c’è Morgan, che è simpatico e ha un'intelligenza rara»