Michael Stipe: parlo ai ragazzi di 10 anni

MILANO - Quindici album in carriera, 30 anni di lavoro, la boa dei 50 girata l'anno scorso, ma Michael Stipe preferisce guardare soltanto al presente nel momento in cui esce «Collapse into Now», nuovo album dei R.E.M. nei negozi da martedì. «Sono soddisfatto, sembra il lavoro di tre uomini che si conoscono da trent'anni», dice con gli occhi di ghiaccio piantati in quelli dell'interlocutore.

Il titolo lo spiega così: «Una delle idee fondamentali di questo disco è l'importanza dell'esplorare il presente e l'attimo esatto. Non sono un buddista, ma c'è uno sforzo filosofico nell'essere nel momento». Il suo oggi artistico lo riassume come quello di «un 51enne del XX secolo che parla a un ragazzo di dieci anni», all'oggi del mondo guarda invece così: «Sono orgoglioso che il mio Paese abbia eletto Obama. È stato come riconoscere la distruzione fatta dall'amministrazione Bush e in particolare da Dick Cheney, il vicepresidente. Oggi dobbiamo avere pazienza con Obama che vuole far riemergere quello stato sociale che è stato distrutto da Bush e prima da Reagan». «Collapse into Now» è accompagnato da un video per ogni canzone. La clip del singolo «Überlin» è diretta da Sam Taylor-Wood e ha come protagonista Aaron Johnson, «That Someone is You» ha la regia di James Franco, «Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I» è firmato da «un'icona americana» come Albert Maysles. «Il concetto di album come lavoro corposo, diviso in canzoni diverse, ciascuna importante come le altre, non è passato bene dal XX al XXI secolo - analizza il cantante -. L'idea di una serie di brani che metti su disco che si compra nei negozi è morta. Queste rappresentazioni visive sono il nostro modo di concepire un album nel 2011». Mai così tante collaborazioni in un album dei R.E.M.

«Alligator_Aviator_ Antipilot_ Antimatter» ha Peaches alla voce e in «Blue» c'è Patti Smith: «Mi piace la voce di Mills per come si lega alla mia, ma a volte concordiamo che ci sia posto per una voce diversa dalle nostre. Loro sono entrate non solo perché sono donne e hanno un diverso tono di voce, ma perché portano un'atmosfera diversa». Joel Gibb degli Hidden Cameras e Eddie Vedder dei Pearl Jam danno una mano in «It Happened Today». «Joel vive a Berlino dove stavamo registrando e gli ho chiesto di venire in studio. Ha portato Eddie e le loro voci hanno fatto qualcosa che io non sarei mai stato in grado di fare». Il tour? «Questa volta non ci sarà - annuncia Stipe -. Vorrei che solo il disco sia "il momento"».

Andrea Laffranchi

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