James Morrison “The Awakening”

Lunedì 10 ottobre, il cantante inglese James Morrison, si è trovato a Milano per una serie di interviste radiofoniche e per incontrare la stampa, tra cui anche LineaMusica.it
Chi ancora non associa il suo nome al suo viso, incontrandolo potrebbe scambiarlo per Chris Martin dei Coldplay, cosa che è già accaduta, come aveva dichiarato lo stesso James M. in un’altra intervista.
In realtà James Morrison, che dal suo esordio nel 2006 ha venduto più di 4.5 milioni di dischi, possiede una vocalità nettamente differente dal connazionale Chris M. e leggendo la sua biografia, oltre a scoprire il suo background musicale, che spazia dal soul, assorbito sin dall’infanzia, all’alternative rock, ci si può rendere conto di come la sua vita sembri un film, triste ma con un lieto fine, quel genere di film che da speranza nel domani, anche quando tutto sembra essere contro e troppo doloroso da sopportare.
Il suo nuovo e terzo lavoro “The Awakening”, un anno e mezzo di lavorazione e due settimane di registrazione con orchestra live, è stato preceduto dal fortunato singolo “I Won’t Let You Go” volutamente scelto come introduzione, per le sue sonorità simili alle precedenti produzioni “perché gli altri singoli sono più forti, differenti e la gente potrebbe rimanere troppo sorpresa”.
James Morrison è un vero cantautore, introspettivo e maturo, che sa trarre ispirazione dalle vicende più gioiose come la sua paternità “la canzone The Awakening è su mia figlia, sul risvegliarsi diventando padre”,ma anche dalle situazioni più dolorose, la morte del padre un anno fa “perdere mio padre è stata un’emozione fortissima, la maggior parte dell’album è su mio padre”.
Per lui realizzare questo album è stata una necessità, e alcune canzoni le ha dovute scrivere per non impazzire come “The Person I should Have Been” scritta dopo una conversazione con il padre morente.
The Awakening è veramente parte di lui “ho messo tutto il mio cuore in questo album” dice J. Morrison, e si sente, in ogni traccia di questo nuovo album, che fa riflettere e commuovere.
In questi anni il sensibile James è maturato molto, umanamente e vocalmente “la mia tecnica vocale è migliorata molto dal primo album, ora ho più controllo della mia voce” ma a livello interpretativo ha sempre posseduto un talento naturale, e anche un ottimo orecchio, fin da ragazzino “io potevo sentire una nota e suonarla correttamente sul pianoforte, ogni volta”.
James M. ha una grande ammirazione per gli artisti soul del passato, soul come le sonorità di The Awakening “quando mio padre è morto ho voluto suonare musica che mi ricordasse lui, come Stevie Wonder, Van Morrison…”
La canzone maggiormente ispirata alla sua recente perdita è “Up”, dove lui parla del suo “disperato” tentativo di comprendere ed aiutare il padre, ormai distrutto dall’alcohol.
Per la realizzazione di “Up”, ad affiancarlo in studio è stata chiamata la cantante Jessie J., fortemente voluta da Colin Barlow, una scelta che inizialmente aveva preoccupato James M., ma solo per la differenza di genere, perché lui non ha mai avuto dubbi sulle sue potenzialità “ Jessie possiede talento, è una grande cantante, una grande pop-star, è anche bellissima e la sua vocalità è molto versatile, con la sua voce può andare dove vuole (nelle tonalità)”.
Anche se lui ormai ha molta dimestichezza con il lavoro in studio, l’habitat naturale di James M. è indubbiamente il palcoscenico “tornerò sul palco l’anno prossimo per un vero tour e non vedo l’ora di suonare live!”
Nell’attesa che inizi il suo tour , a marzo 2012, vi consigliamo vivamente di acquistare ed ascoltare “The Awakening”, un album assolutamente da non perdere.