L'Isis mette al bando anche Madonna

Vietata la musica della cantante, perchè il suo nome è lo stesso della Vergine Maria e i testi sarebbero anti islamici. Chi l'ascolta rischia 80 frustate.
Lo Stato Islamico, in Siria, non solo impedisce ai tifosi di calcio di indossare le t-shirt delle loro squadre preferite e popolari (come il Manchester United, il Barcellona, il Real Madrid e il Milan), perché secondo loro è «culto di un idolo» che va contro la sharia islamica.
L’Isis vieta anche di ascoltare la musica di Madonna, in base a quello che ha dichiarato un esponente dell’organizzazione al sito di notizie al-Arabiya. La sua musica sarebbe anti islamica, il suo nome è lo stesso di quello della Vergine Maria, i testi sarebbero osceni e la moralità della cantante discutibile. 
Nel nord della Siria sono già stati distribuiti opuscoli che avvertono i cittadini di questo divieto. E’ anche prevista una sanzione: chi verrà beccato ad ascoltare la musica di Madonna o a diffondere le sue immagini riceverà 80 frustate in pubblico, come riporta il quotidiano britannico Daily Star.
L’Isis ha anche vietato l'uso di indumenti con simboli cristiani, come l’immagine della croce, della Bibbia o di un sacerdote, oltre che di parole come «flirtare», «baciami», «amore».
http://www.vanityfair.it/news/mondo/15/04/27/isis-vieta-madonna-80-frustate

Charlotte Gainsbourg protagonista in Samba

L'attrice franco-londinese diretta da Eric Toledano e Olivier Nakache. Nel 2009 vinse al festival di Cannes con Lars von Trier. In uscita anche un nuovo album
Nata a Londra ma cresciuta a Parigi, cantante ma principalmente attrice. Charlotte Gainsbourg torna sul grande schermo con la parte da protagonista in Samba, il nuovo film dei registi Eric Toledano e Olivier Nakache che, dopo aver firmato Quasi amici, hanno adattato per il grande schermo l'omonimo romanzo di Delphine Coulin.
Una storia d'immigrazione nella quale l'attrice franco-londinese recita nei panni di Alice, dirigente d'azienda che fa volontariato in un'associazione dove conosce Samba, immigrato del Senegal senza permesso di soggiorno che rischia di essere rispedito in patria. Un film su amore e integrazione, che registra pareri discordanti dalla ciritica nei suoi primi giorni di botteghino: se da una parte convince la simpatia di Omar Sy nei panni di Samba, dall'altra la coppia sembra mancare un po' troppo in feeling. Poco importa all'attrice classe 1971, già pronta a mettersi al lavoro su nuovi progetti dopo aver recitato in Tre cuori di Benoit Jacquot e in Incompresa di Asia Argento.
Parallelamente alla carriera di attrice, continua anche quella di cantante con un nuovo album in uscita dopo l'ultimo disco, Stage Whisper del 2011. Il primo album risale al 1986, Charlotte for ever, registrato in collaborazione con il padre, il cantautore francese Serge Gainsbourg. In parallelo alla carriera musicale iniziò anche quella con la recitazione, che in Francia l'ha portata a diventare una delle più apprezzate attrici contemporanee, con un premio Cesar e una statuetta al Festival di Cannes nel 2009 per Antichrist di Lars von Trier.
http://www.mentelocale.it/64509-magazine-charlotte-gainsbourg-protagonista-samba/

LaChapelle: "Mandare al diavolo Madonna è stata la mia liberazione"

Ha cominciato con Andy Warhol e ora, a 52 anni, David LaChapelle è uno dei più grandi fotografi - e dei più scandalosi. Un passato come ritrattista-provocatore dello star system, dopo una lite con Madonna mollò il glamour di Hollywood e della moda per ricercare l'arte pura. "Dopo il diluvio" è la mostra che racconta questa svolta e che dal 30 aprile al 13 settembre porta a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, alcune delle sue opere più interessanti e inedite degli ultimi 10 anni.

Life Is Beautiful, Lana Del Rey canta in Adaline

La canzone è nella colonna sonora e nel nuovo trailer di "Adaline - L'eterna giovinezza", il film con protagonisti Harrison Ford e Blake Lively
Life Is Beautiful è il nuovo inedito di Lana Del Rey. Il brano compare nell'ultimo trailer di Adaline - L’eterna giovinezza (The Age Of Adaline), film in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 23 aprile 2015. La pellicola è diretta da Lee Toland Krieger e vede protagonisti Harrison Ford e la splendida Blake Lively (Gossip Girl).
Honeymoon è il nome del disco su cui la Del Rey lavora già da parecchi mesi, che conterrà la canzone. Recentemente il produttore e cantante Mark Ronson, reduce del super successo di Uptown Funk (ft. Bruno Mars) aveva dichiarato di collaborare a questo progetto.
A rivelare la partecipazione alla colonna sonora del film è stata l'artista stessa con un tweet.
TRAMA
Adaline (Blake Lively) nasce nel 1908 e smette di invecchiare all’età di 29 anni, dopo un misterioso incidente d’auto quasi fatale. L’eterna giovane donna attraverserà il XX secolo avventurandosi in un viaggio epico durante il quale il suo segreto rimarrà custodito fino all’arrivo di un uomo che altererà il corso della sua vita.
http://www.sorrisi.com/musica/lana-del-rey-adaline-l-eterna-giovinezza-colonna-sonora-canzone-life-is-beautiful/

Bjork, un'unica data italiana per presentare album Vulnicura

In esclusiva per Luglio Suona Bene 2015 un evento speciale che vede il ritorno dopo sette anni a Roma della cantante islandese Björk Gudmundsdottir, in arte Björk per presentare il nuovo album Vulnicura, "un album più tradizionale rispetto al precedente Biophilia per quanto riguarda il songwriting. Parla di ciò che potrebbe accadere a una persona alla fine di una relazione. Si parla di dialoghi che possiamo avere nelle nostre teste e nei nostri cuori e dei processi di guarigione". Il titolo dell'album, infatti, amalgamando le parole latine "vulnus" ("ferita") e "cura", significa "guarigione delle ferite", in cui la ferita è rappresentata principalmente dalla fine della decennale relazione con l'artista Matthew Barney. Bjork prosegue nella sua personale ricerca artistica, “incurante della mode e delle classifiche”. Dopo 40 milioni di dischi venduti, in Vulnicultura la star dell’avanguardia torna a parlare di sé in un disco psicologico, dotato di un sound più immediato e accessibile. UNICA DATA ITALIANA BJORK Vulnicura GIOVEDI 29 LUGLIO CAVEA ORE 21 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Da 50 a 130 euro + prevendita.
http://www.primapaginanews.it/dettaglio_articolo.asp?id=292443&ctg=2

Madonna global cover star di ‘Cosmopolitan’ per festeggiare i 50 anni della rivista

Da domani, 22 aprile, arriva in edicola il numero di maggio di ‘Cosmopolitan Italia’ che festeggia i suoi 50 anni scegliendo come global cover star Madonna, già protagonista di molte copertine del magazine.
Il femminile di Hearst Magazine oggi è diffuso in oltre 70 paesi con 52 edizioni e in Italia, come ha dichiarato il publisher Enrico Torboli, secondo i dati Ads media relativi al 2014 ha avuto un incremento del 17% in diffusione totale rispetto al 2013.
Nella edizione americana della rivista Madonna, fotografata da Ellen Von Unwerth, posa per 4 cover diverse. Per l’occasione la cantante ha rilasciato un’intervista esclusiva al mensile nella quale parla delle donne, sostenendo che poco sia cambiato in materia di sessualità e pregiudizi. “Viviamo ancora in una società molto sessista, che vuole mettere dei limiti agli individui”, ha dichiarato la pop star, “Da quando ho iniziato, ci sono sempre state persone che mi hanno dato del filo da torcere perché non credevano che si potesse essere sensuali, o mettere sessualità o sensualità nel lavoro, ed essere al contempo intelligenti. Per me, la lotta non è mai finita”.
http://www.primaonline.it/2015/04/21/201457/madonna-global-cover-star-di-cosmopolitan-per-festeggiare-i-50-anni-della-rivista/

Il nuovo trailer internazionale de "Il Piccolo Principe"

È disponibile un nuovo trailer internazionale di Il Piccolo Principe, adattamento cinematografico in gestazione da diversi anni del celebre romanzo di Antoine de Saint-Exupéry. Realizzato in animazione CGI e stop motion con un budget di 80 milioni di dollari, per la regia di Mark Osborne (regista di Kung Fu Panda), il film approderà in Francia e altri paesi europei entro la fine del 2015 (in Italia, come riportato nell’esordio del pezzo, arriverà a inizio dicembre).
Tra i doppiatori originali figurano Rachel McAdams, Marion Cotillard, James Franco, Jeff Bridges, Mackenzie Foy, Paul Rudd, Benicio Del Toro, Paul Giamatti, Albert Brooks, Bud Cort e Ricky Gervais.
La Lucky Red distribuirà il film nelle sale italiane dal 3 dicembre
Qui di seguito il trailer:
Ecco alcuni dati tecnici e curiosità:
A 71 anni dalla sua pubblicazione, Il Piccolo Principe ha venduto 145 milioni di copie nel mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di 270 lingue e dialetti.
Dopo la Bibbia, il libro più tradotto nel mondo.
Valori universali e senza tempo quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato in animazione CGI e stop motion con un budget di 80 milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto uno dei progetti di animazione più attesi dell’anno.
Una crew di 250 talenti provenienti da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un livello di eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève (L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’s life, Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co., Gli Incredibili, Up), Hidetaka Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch, Cars, Ratatouille, Wall•E, Up).
Un cast di voci all star per la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges (l’aviatore), Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la madre), James Franco (la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro (il serpente), il premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul Giamatti (il professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky Gervais (il presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del piccolo principe è di Riley Osborne.
http://www.badtaste.it/2015/04/21/il-nuovo-trailer-internazionale-di-il-piccolo-principe/124789/

Meryl Streep lancia il Writers Lab

L'attrice ha annunciato al Tribeca Film Festival il finanziamento di un programma per sceneggiatrici over 40
Meryl Streep ha annunciato il finanziamento di un programma speciale per sceneggiatrici over 40. Il Writers Lab, organizzato dalla New York Women in Film and Television, riunirà otto sceneggiatrici sotto la guida di Gina Prince-Bythewood (regista di Beyond the Lights e La vita segreta delle api), Caroline Kaplan (produttrice di Boyhood) e Kirsten Smith (sceneggiatrice di La rivincita delle bionde). Lanciato al Tribeca Film Festival, il Lab svilupperà e perfezionerà i progetti selezionati. L'iniziativa arriva dopo i dati preoccupanti diffusi da uno studio del Writers Guild of America: il numero di sceneggiatrici a Hollywood (pagate meno rispetto ai colleghi uomini) è sceso dal 17% del 2009 al 15% del 2014.
Finanziando il progetto, Meryl Streep si conferma paladina della parità di genere. Memorabile la standing ovation tributata durante la Notte degli Oscar a Patricia Arquette, che ha dedicato la statuetta vinta come miglior non protagonista "a tutte le donne che hanno partorito, a tutte le cittadine di questa nazione". La Streep è stata anche prima firmataria di una lettera aperta inviata a Angela Merkel e Nkosazana Dlamini-Zuma, presidente della Commissione dell'Unione africana, per sensibilizzare i leader politici sulla povertà femminile nel mondo. L'attrice porterà il woman power al cinema interpretando Emmeline Pankhurst in Suffragette, film di Sarah Gavron che ricostruisce la storia del movimento inglese che ha combattuto per l'estensione alle donne del diritto di voto.
http://www.play4movie.com/it/News/Meryl-Streep-lancia-il-Writers-Lab-3829

Cannes 2015, Garrone, Moretti e Sorrentino in concorso

Non accadeva da vent'anni che tre titoli italiani corressero per la Palma d'oro. La sessantottesima edizione, dedicata al cinema dei fratelli Lumière, si svolge dal 13 al 24 maggio
Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Tre italiani in concorso a Cannes come non accadeva da più di vent'anni. E a conferma del momento storico i tre autori hanno mandato un commento congiunto: "Siamo felici e orgogliosi di rappresentare l’Italia in concorso al prossimo Festival di Cannes. Siamo consapevoli che è una grande occasione per noi e per tutto il cinema italiano. I nostri film, ognuno a suo modo, cercano di avere uno sguardo personale sulla realtà e sul cinema; ci auguriamo che la nostra presenza a Cannes possa essere uno stimolo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovvie e convenzionali".
Momento storico. L'ultima volta era stato il 1994 e i titoli italiani erano quattro: Caro Diario di Moretti (che fu premiato per la regia), Le buttane di Aurelio Grimaldi, Una pura formalità di Giuseppe Tornatore e Barnabo delle montagne di Mario Brenta. Quest'anno tre autori molto amati dal festival si scontrano in un derby a tre. Sorrentino e Garrone già una volta hanno diviso il palco del festival quando nel 2008 Il divo si è aggiudicato il Premio della Giuria e Gomorra il Grand Prix. Garrone è tornato sulla Croisette nel 2012 con Reality premiato dalla giuria presieduta da Nanni Moretti che gli attribuì nuovamente il Grand Prix. L'anno prima Habemus Papam e This Must Be the Place erano tornati a mani vuote. Come pure La grande bellezza poi trionfatore agli Oscar 2014. Chissà come giudicaranno il nostro cinema i fratelli Ethan e Joel Coen quest'anno presidenti di giuria, per la prima volta una presidenza condivisa, per omaggiare i fratelli del cinema nei 120 anni della nascita della settima arte per merito di due fratelli, i Lumière.
Il film di Garrone. Tale of Tales - Il racconto dei racconti, il nuovo film di Matteo Garrone, è una produzione internazionale girata in inglese che vanta nel cast star del livello di Salma Hayek, Vincent Cassel e John C. Reilly. Liberamente ispirato a "Lo Cunto de li cunti" di Giambattista Basile, autore napoletano del XVII secolo, precursore di tutta la letteratura fiabesca dei secoli successivi, il film intreccia tre storie diverse, relative alla descrizione di tre regni con tre sovrani, rispettivamente Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones. Nel cast ricchissimo un ruolo anche per Alba Rohrwacher che lo scorso anno ha accompagnato la sorella Alice nel trionfo di Le meraviglie, premiato con il Grand Prix.
Il film di Sorrentino. Cast stellare anche per Youth - La giovinezza, protagonista Michael Caine (vincitore di due Oscar), Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda, pure lei vincitrice di due Oscar. Il film racconta le vicende di due vecchi amici, Fred e Mick, entrambi vicini agli 80 anni, che si ritrovano in vacanza in un albergo sulle Alpi. Fred è un compositore e direttore d'orchestra al quale viene proposto di tornare sulle scene. Mick è un regista che sta finendo di scrivere quello che pensa sarà il suo ultimo film importante.
Il film di Moretti. Ed è un regista, anzi la regista Margherita Buy, anche il protagonista del film di Nanni Moretti, Mia madre, da oggi nelle sale. Moretti ha deciso di affidare il ruolo da protagonista a Margherita Buy, una regista in crisi divisa fra il set di un film che parla dell'occupazione di una fabbrica con un attore italoamericano indisciplinato (John Turturro) e il capezzale della madre (l'attrice di Strehler e Ronconi Giulia Lazzarini). A confondere ancor di più Margherita, la figlia adolescente (la tredicenne Beatrice Mancini) che si rende conto di non conoscere troppo a fondo, e una relazione che sta finendo. Moretti interpreta il fratello Giovanni.
Sorrentino e Garrone speak english. "No, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone non hanno girato i loro film in inglese per piacere al mercato anglosassone". Lo ha detto Thierry Fremaux rispondendo a una domanda sul fatto che due dei tre film italiani in concorso non sono girati in italiano. "L'inglese - ha continuato - è l'esperanto, ormai è un linguaggio mondiale, non è legato per forza a un solo Paese". "La coerenza è nel progetto artistico", gli ha fatto eco il presidente del Festival, Pierre Lescure.
Minervini a Un Certain Regard. A rappresentare l'Italia nella sezione Un Certain Regard il documentario di Roberto Minervini, autore italiano che vive negli Stati Uniti, territorio invisibile, ai margini della società, sul confine tra illegalità e anarchia, Louisiana (The Other Side). "Sono fiero e onorato di partecipare ancora una volta al Festival di Cannes - dice il regista italiano -. Questo è senza dubbio il mio film più complesso. Credo, quindi, che l'invito a un festival così prestigioso costituisca un forte segnale di apertura nei confronti di un cinema senza compromessi. Trovo molto interessante il fatto che la maggior parte di noi italiani selezionati a Cannes abbiamo girato un film in lingua straniera. Penso sia indicativo di una presenza sempre più significativa del cinema italiano nel panorama internazionale".
In gara con Van Sant e Todd Haynes. I nostri autori dovranno vedersela con il film di apertura La tete Haute di Emmanuelle Bercot, Deephan di Jacques Audiard, Marguerite et Julien dell'attrice Valerie Donzelli, il film The Lobster del regista greco Yorgos Lanthimos con Léa Seydoux e Colin Farrell, Carol di Todd Haynes, Nie yin niang del regista cinese Hou Hsiao-Hsien, Louder Than Bombs del regista norvegese Joachim Trier, Son of Saul, diretto dall’ungherese László Nemes, Mountains May depart del regista cinese Jian Zhang Ke, Our little sister del giapponese Koreeda Hirokazu, Macbeth dell'australiano Justin Kurzel, The sea of Trees di Gus Van Sant, Sicario di Denis Villeneuve, regista canadese, La loi du marché di Stéphane Brizé. In realtà Thierry Fremaux ha detto che nei prossimi giorni saranno annunciati ancora tre o quattro titoli in corsa per la Palma.
Sul red carpet niente selfie. "Non vogliamo vietarli perché non siamo la polizia, ma ci permettiamo di lanciare una piccola campagna per diminuirli". Fremaux prima di annunciare la selezione ha definito "una pratica ridicola" quella dei selfie sul tappeto rosso del festival, che negli ultimi anni è diventata molto più che una moda.
Fuori concorso Woody Allen, Natalie Portman e due cartoon. Dopo alcuni anni di assenza torna Woody Allen per presentare il suo nuovo film Irrational Man con Emma Stone, Joaquin Phoenix, Parker Posey ambientato in un campus universitario ("non siamo riusciti a convincerlo ad andare in concorso"). Fuori concorso anche il nuovo capitolo di Mad Max: Fury Road di George Miller, come già annunciato, e due film d'animazione: il nuovo della Pixar Inside Out e la produzione francese Il piccolo principe ma con il regista di Kung Fu Panda Mark Osbourne. Il debutto dietro la macchina da presa di Natalie Portman sarà presentato in "sezione speciale", si tratta di A Tale of Love and Darkness dalle memorie dello scrittore israeliano Amos Oz.
Amy a mezzanotte. Nella sezione di mezzanotte verrà poi presentato Amy, il documentario di Asif Kapadia dedicato a Amy Winehouse, trovata morta nella sua casa di Londra a 27 anni nel luglio 2011. Lo hanno annunciato gli organizzatori del festival in conferenza stampa. Il regista inglese di origine indiana si è già distinto per il lavoro precedente, Senna, sulla vita del pilota brasiliano di Formula 1, premiato come miglior documentario ai Bafta del 2012 e al Sundance Film Festival nel 2011.
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/04/16/news/cannes_2015-112080915/

MADONNA DEL DIVINO AMORE - PAOLO ZACCAGNINI

“A 56 ANNI MADONNA SI DIMENA E SCOSCIA? E CHE MALE C’È? HA RIVOLUZIONATO LA MUSICA. LEI PUÒ TUTTO. E COMUNQUE MEGLIO DI QUESTA LEGIONE DI TROIETTE, DA MILEY CYRUS A RIHANNA”
''Madonna non ha bisogno di avvocati difensori perché nessuno può negare che questo sia il secondo tempo della sua carriera straordinaria, magari anche il crepuscolo: ma resta il fatto che milioni di uomini etero l’hanno desiderata, milioni di donne etero l’hanno ammirata, milioni di gay e lesbiche hanno visto in lei un’icona di libertà"
Io la conoscevo bene. E se Madonna a 56 anni si dimena e scoscia che male c'e? Lo vuole, lo può, lo deve fare. Scusate, dopo i 50 anni tutti al mattatoio o al cimitero? Lady Gaga, con la c, è fuori tempo massimo - le bistecche che si metteva in testa sono andate a male - ora tocca a Miley Cyrus, a Roma direbbero "na pialla", e Rihanna "Mutanna". Viva Madonna Louise Veronica Ciccone!
Sempre, comunque e ovunque. Immenso essere umano. E non lo dico perché le vidi il seno mentre allattava la piccola Lourdes sul terrazzo dell'appartamento che abitava all'Hassler. Volli, fortissimamente volli. E ha voluto. Rivoluzionando la musica e parte della cultura di questi derelitti anni.
A Lui', sei tutti noi, Daje! Meglio lei a 56 che queste legione di troiette. Qualche anno fa, un fan quarantenne di Madonna — uno della generazione «Like a Virgin», di quelli che andarono alla prima di «Cercasi Susan disperatamente» e si ricordano il breve (ma ricco di sganassoni ai paparazzi) matrimonio con un attore emergente, un certo Sean Penn — entrò nel backstage alla fine di un concerto di Madonna. E lì vide la Material (ex) Girl, sacerdotessa della Blond Ambition che ha attraversato indenne quattro decenni di pop, pallidissima (ben oltre il suo consueto colorito da «protezione 50» per tutelare l’epidermide) con le ginocchia strettamente fasciate e ricoperte da borse del ghiaccio. La (umanissima) prova che il tempo passa per tutti e ballare per due ore con gli stivaloni alla coscia mette a grave rischio tendini e legamenti (specialmente per gli over 50: lei ne ha 56 dichiarati, e la prassi consolidata nel mondo dello spettacolo è quella di photoshoppare anche la carta d’identità).
Per tutti questi motivi è spiacevole l’ironia — spesso greve — diffusa via social media sul bacio di Madonna così poco gradito al rapper Drake (26 anni: quando è nato lei promuoveva nel mondo «Papa Don’t Preach» e «La Isla Bonita»): sul palco del festival di Coachella lui ha fatto la faccia schifata, si è pulito la bocca e ha poi detto di essere stato morso. Brutto ridere della cantante che è ancora in scena dopo aver assistito all’ascesa e caduta di innumerevoli effimere star mediatiche proposte dalle case discografiche in questo trentennio.
Non si discute che ormai ci siano artiste che vendono di più (Taylor Swift, 24 anni, nata quando l’altra invitava il mondo a esprimersi liberamente: «Express Yourself»). O che fanno più discutere (Lady Gaga, coetanea di Drake). Ma gli stilisti continuano a cercare Madonna: Dolce & Gabbana hanno sempre ammesso di doverle moltissimo quando all’inizio della loro carriera diede loro visibilità globale, la ama Riccardo Tisci che ripete spesso come lei sia l’originale al contrario di tante imitazioni arrivate dopo, e anche sul palco di Coachella Madonna era vestita da uno stilista bravo e mediatico come Jeremy Scott di Moschino. Certo con Giorgio Armani c’è stato il problema del mantello: qualche mese fa due ballerine sul palco l’hanno tirato con forza, quello non si è aperto e lei è caduta, e Giorgio Armani precisò che la colpa non era del mantello. Vero, ma non era neanche colpa di Madonna: uno show come il suo è un meccanismo complicatissimo, basta uno strattone anticipato e crolla, letteralmente, tutto (doveroso notare che ha reagito con maggior classe Madonna alla caduta tremenda dalla scalinata rosso carminio rispetto al disgusto davvero molto teatrale di Drake per un bacio un po’ molesto). Madonna non ha bisogno di avvocati difensori perché nessuno può negare che questo sia il secondo tempo della sua carriera straordinaria, magari anche il crepuscolo se lo volete: ma resta il fatto che milioni di uomini etero l’hanno desiderata, milioni di donne etero l’hanno ammirata, milioni di gay e lesbiche hanno visto in lei un’icona di libertà (e pansessuale quando non era ancora di moda sulle passerelle). Gloria Swanson in Viale del tramonto diceva che «Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo!». Per Madonna, e per il mondo della musica ai tempi di Twitter, si può con una certa serenità sostenere la stessa cosa.
Paolo Zaccagnini
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/madonna-divino-amore-paolo-zaccagnini-56-anni-madonna-si-dimena-98681.htm

Russia, vietata uscita del film ‘Child 44′ con Tom Hardy e Cassel

Il governo russo ha vietato l’uscita del film “Child 44″, il thriller hollywoodiano su un serial killer sovietico dell’epoca di Stalin, perché avrebbe deformato la storia in maniera “inaccettabile”, alla vigilia del 70mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista.
Co-prodotto da Ridley Scott, “Child 44″ annovera nel suo cast star come Vincent Cassel, Gary Oldman e Tom Hardy, è uscito questa settimana in molti paesi. È basato sul romanzo omonimo dello scrittore britannico Tom Rob Smithe racconta la storia di serial killer del 1952.
“La società Central Partnership ha ritirato su richiesta delle autorità la sua domanda di licenza di distribuzione” per il film, ha indicato il ministero della Cultura russa in un comunicato.
http://www.contattonews.it/2015/04/15/russia-vietata-uscita-del-film-child-44-con-tom-hardy-e-cassel/443049/

Meryl Streep e Carey Mulligan nel primo teaser trailer di Suffragette

Ecco finalmente le prime immagini da uno dei film più interessanti in uscita quest’anno: Film 4 ha rilasciato il primo teaser trailer di Suffragette, diretto da Sarah Gavron (Brick Lane), scritto da Abi Morgan (Shame) e con un cast di stelle. Protagonista è Maud (Carey Mulligan), un’attivista della working class che, agli albori della nascita del movimento femminista, si batte contro l’ordine patriarcale e uno Stato sempre più oppressivo.
Ad affiancare la bravissima giovane attrice, anche Helena Bonham-Carter, Romola Garai, Anne Marie Duff, Ben Whishaw, Brendan Gleeson e soprattutto Meryl Streep, nei panni della grande leader Emmeline Pankhurst.
Il film arriverà nelle sale inglesi il prossimo 23 Ottobre.
http://www.bestmovie.it/news/meryl-streep-e-carey-mulligan-nel-primo-teaser-trailer-di-suffragette/369366/

Madonna, tre concerti a Torino

Dopo aver registrato il tutto esaurito per i primi due, la cantante americana ha aggiunto un appuntamento.
Madonna ha fissato tre concerti a Torino, unica tappa italiana del nuovo Rebel Heart Tour. Dopo aver registrato il tutto esaurito per i primi due, la cantante americana e Live Nation hanno annunciato un altro appuntamento al Pala Alpitour, il prossimo 19 novembre. I biglietti sono in vendita da giovedì 16 aprile.  
ICONA LIVE. «Madonna continua ad essere una delle artiste di maggiore successo nella storia della musica live, i suoi concerti sono leggendari, e noi siamo entusiasti di questo nuovo tour», ha commentato Arthur Fogel, presidente di Global Touring e Global Music. Il tour segue la pubblicazione del tredicesimo lavoro discografico di Madonna, Rebel Heart, uscito su etichetta Interscope Records lo scorso 9 marzo.
http://www.lettera43.it/gossip/musica-musicisti/madonna-tre-concerti-a-torino_43675166684.htm

È morto Percy Sledge, star di "When a man loves a woman"

Addio ad una delle voci più significative della musica soul e R&B diventato celebre per la ballata romantica che ha avuto un secondo bagno di popolarità a fine anni Ottanta grazie ad un popolare spot
È morto a 73 anni Percy Sledge, una delle voci più significative del mondo soul e R&B celebre per la canzone When a man loves a woman, incisa nel 1966 e diventata celebre in tutto il mondo. Sledge è deceduto nella sua casa di Baton Rouge, in Louisiana. Nato a Leighton, in Alabama, il 25 novembre del 1940, firmò il suo primo contratto con la Atlantic Records e il suo singolo, When a man loves a woman, ottenne uno straordinario successo in tutto il mondo conquistando la prima posizione della classifica Billboard Hot 100. I suoi successivi singoli ne confermarono la popolarità per tutti gli anni Settanta. Il suo periodo migliore alla stregua di tanti colleghi dell'area R&B, è concentrato sul finire del decennio, quando si produce in ottime prestazioni di interprete con It Tears Me Up, Take Time to Know Her, Warm and Tender Love ma anche la sua versione di un evergreen come Love Me Tender di Elvis Presley.
Secondo quanto ha confermato il suo agente Steve Green, l'artista è deceduto dopo aver combattuto una lunga battaglia contro il cancro, diagnosticatogli nel 2014. "E' stato uno dei primi artisti con cui ho lavorato - ricorda Green - era una persona formidabile, come non se ne trovano molto spesso in questo ambiente". "Era davvero un talento che spicca", ha aggiunto. Il musicista lavorava come inserviente in un ospedale quando iniziò a suonare nei club e venne presentato al produttore discografico Quin Ivy, che gli permise di firmare un contratto con la Atlantic Records. Alla fine degli anni Ottanta la sua canzone ottenne di nuovo grande popolarità grazie allo spot di un celebre marchio di jeans e si piazzò in testa alle classifiche di vendita inglesi permettendo a Sledge di tornare sulle scene: nel 1994 uscì il suo nuovo album Blue Night, prodotto da Saul Davis e Barry Goldberg al quale collaborarono, fra gli altri, Bobby Womack, Steve Cropper e Mick Taylor. L'album ebbe un notevole successo e ottenne anche una nomination ai Grammy Award.
Nel 2005 inoltre il cantante venne introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame. Il pezzo fu rilanciato nel 1987 dopo essere stati usato nella colonna sonora del film di Oliver stone, Platoon. Michael Bolton ne fece una cover negli anni '90 e il magazine Rolling Stone la mise al 53esimo posto nella lista delle canzoni più belle della storia. Per anni nessuno seppe chi compose la canzone. Lui sosteneva di aver avuto l'ispirazione da una ragazza che lo aveva lasciato per una carriera da modella. Durante un'intervista rilasciata nel 2013 la star ha ricordato i sentimenti che ha provato quanto è arrivato in studio per la registrazione del suo primo singolo: "Tremavo come una foglia, ero spaventato", ha confessato, spiegando che la melodia di 'When a man loves a woman' è la stessa che cantava quando era nei campi. "Avevo quella melodia nella mia mente", ha aggiunto. Per la composizione della canzone sono accreditati al bassista Calvin Lewislvin Lewis e all'organista Andrew Wright, ma il testo fu scritto in realtà dallo stesso Sledge, che però preferì cedere a loro il copyright del brano.
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/04/14/news/percy_sledge-111948037/

In anteprima le immagini del film di Garrone

The Tonight Show: Madonna 10.04.2015









James Franco, Vincent Cassel, Robert Redford: Ferrotipia al Sundance Film Festival (VIDEO)

Una tecnica antica per fotografare star, tra cui James Franco, Robert Redford, Kevin Bacon, Bob Odenkirk e Vincent Cassel. Tutti ripresi durante il Sundance Film Festival.
Victoria Will è una fotografa americana che ama usare una tecnica antica, quella della Ferrotipia. Si tratta di un procedimento che veniva usato alla fine del 1800 e che consisteva nel stampare le foto su lastre in metallo. Le immagini così ottenute hanno un fascino antico e danno un maggiore fascino al volto. Tutte le foto di Victoria Will sono state scattate durante il Sundance Film Festival. Tra i vip fotografati potete vedere, tra gli altri, James Franco, Robert Redford, Kevin Bacon, Bob Odenkirk, Kristen Wiig, Jason Segel, Spike Lee, Analeigh Tipton, Hugo Weaving, James Marsden, Adrian Grenier, Olivia Thirlby, Jason Sudeikis, Maddison Brown e Vincent Cassel. Potete consultare il sito di Victoria per vedere la gallery completa delle immagini.
http://www.meltybuzz.it/james-franco-jason-momoa-robert-redford-ferrotipia-al-sundance-film-festival-video-a155158.html

De Niro: "Sarò Enzo Ferrari in un film sulla leggenda dell'automobilismo"

Mentre il Cavallino rampante torna a vincere sulle piste, la leggenda di Enzo Ferrari rivive grazie a una leggenda del cinema: Robert De Niro. «Interpreterò il grande imprenditore-pilota che fondò la casa automobilistica famosa nel mondo intero», annuncia in anteprima al Messaggero il divo americano, 71 anni, «in un film che si girerà presto, in gran parte in Italia, e ha la priorità assoluta su tutti gli altri miei progetti».
Il protagonista. E cosa spinge a una superstar come De Niro a calarsi nei panni di Ferrari, scomparso nel 1988 a novant’anni dopo aver segnato la storia non solo dell’automobilismo ma anche del nostro Paese? «Per me è un onore e una gioia raccontare la vita di un uomo fuori del comune che rivoluzionò il mondo dell’automobile e attraversò periodi storici e sociali diversi, dal fascismo alla democrazia, dalla guerra al benessere economico», risponde De Niro. «E’ una storia basata sulla creatività, sul coraggio e destinata ad appassionare il pubblico di ogni Paese e di ogni età. Ho deciso di abbracciare questa avventura», aggiunge, «anche perché ultimamente non mi sono imbattuto in un progetto cinematografico altrettanto avvincente».
Il progetto. All’origine dell’operazione è un produttore italiano, da anni attivo a Hollywood: Gianni Bozzacchi, titolare della Triworld che ha appena firmato un accordo con Tribeca Film, la società di De Niro, pronto a farsi coinvolgere anche nella produzione. «Il film si intitolerà Ferrari e si baserà su un impianto epico», spiega Bozzacchi, «avrà un budget alto e coprirà un arco temporale ampio, dal 1945 agli anni Ottanta in un gioco intrecciato di epoche ed episodi, partendo dalle interviste rilasciate da Ferrari al giornalista Gianni Minà. Niente a che vedere con la miniserie tv del 2003 con Sergio Castellitto nel ruolo di Ferrari: bravissimo l’attore, ma i mezzi apparivano modesti. Noi pensiamo invece in grande e contiamo di essere nelle sale di tutto il mondo nel 2016».
Il regista. E chi sarà dietro la cinepresa? Bozzacchi e De Niro vorrebbero Clint Eastwood. «Gli abbiamo sottoposto il progetto e lui si è detto interessatissimo, ma prima di dare il sì definitivo vuole leggere la sceneggiatura», spiega Bozzacchi. I produttori sono ora in trattative con Stephen Rivele e Christopher Wilkinson, gli sceneggiatori candidati all’Oscar per il film di Oliver Stone Nixon-gli intrighi del potere (1995) e grandi conoscitori del mondo delle corse.
La storia. Le fonti? Ferrari sarà ispirato alle cronache e al libro Ferrari 80, scritto nel 1981 dallo stesso fondatore della casa di Maranello. «Non sarà un racconto agiografico: descriverà il personaggio con luci e ombre, successi e dolori come la morte dell’amatissimo figlio Dino, scomparso nel 1956 a soli 24 anni a causa di una grave malattia», spiega ancora Bozzacchi. Anche lui, come tanti, è cresciuto nel mito della Rossa: «Alla fine degli anni Sessanta», racconta, «quando facevo ancora il fotografo delle star, mi comprai la prima Ferrari: l’emozione mi faceva tremare le ginocchia al punto che il motore continuava a spegnarsi e non riuscivo a lasciare Maranello...».
La biografia.Nato nel 1898 alla periferia di Modena, Enzo Ferrari fu un imprenditore, ingegnere e pilota, fondatore negli anni Trenta della Scuderia Ferrari e della casa automobilistica chiamata con il suo nome che conquistò, mentre era ancora in vita, 15 campionati del mondo di Formula Uno. Carismatico e decisionista, venne soprannominato il ”Cavaliere”, il ”Grande vecchio” ma anche il ”Dittatore”. «Se dittatore significa pretendere dagli altri l’impegno più profondo nel lavoro», spiegò in un’intervista a Enzo Biagi, «allora lo sono». Tra i piloti, ammirava Ascari, Nuvolari e Villeneuve. Odiava invece gli aerei: «Non ho paura di volare, ma di non tornare a volare», spiegava. Sostenitore dell’innovazione, fu tra i primi a introdurre i robot in fabbrica. «Se oggi fosse vivo, sarebbe un fan di internet», ha raccontato di recente il figlio Piero.
Il produttore.Tra i numerosi progetti di Bozzacchi c’è anche il film postumo di Carlo Lizzani L’orecchio del potere, tratto dal libro di Andreotti Operazione Appia Antica: «E’ stato l’ultimo impagno del regista scomparso nel 2013, intendo coinvolgere una major». Intanto la vita avventurosa del produttore, già ritrattista ufficiale di Liz Taylor, diventerà un film, ispirato alla sua auotobiografia Exposed Memories e diretto da Don Most con la supervisione di Ron Howard. Come protagonista, si parla di Leonardo Di Caprio.
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/de-niro-ferrari-film-bozzacchi-triworld-tribeca-eastwood-modena/1284300.shtml

Madonna - Ghosttown video and making-off

The video


The making-off

Esce in Italia "Samba" con Omar Sy e Charlotte Gainsbourg

Dal 23 Aprile arriva nelle nostre sale Samba, film francese diretto dai registi Eric Toledano e Olivier Nakache, attesi al varco dopo il clamoroso successo della commedia Quasi amici.
Il film, tratto dal romanzo omonimo di Delphine Coulin (che ha scritto anche la sceneggiatura), ha come protagonisti Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim e Izïa Higelin e vede al centro della vicenda l'incontro tra un senegalese clandestino di nome Samba che tenta tutte le strade per la regolarizzazione e Alice, una dirigente d’azienda che dopo un crollo psico-fisico da stress decide di cambiare vita.
Sotto il trailer del film, uscito in Francia ad Ottobre e accolto tiepidamente dalla critica e dal pubblico.
http://www.labottegadihamlin.it/news/11981-esce-in-italia-samba-con-omar-sy-e-charlotte-gainsbourg.html

Madonna si fa in 4 per le cover di Cosmopolitan: foto, video backstage e intervista

Dalla popolarità ai pregiudizi contro le donne, Madonna si racconta a Cosmopolitan e posa per ben 4 cover diverse: ecco foto e dichiarazioni
Questo mese Madonna è sulla copertina della nuova edizione della rivista americana Cosmopolitan. In realtà, la Regina del Pop ha fatto le cose in grande anche stavolta ed è protagonista di ben quattro diverse cover per il magazine, un regalo per gli appassionati e i collezionisti, oltre che per i lettori poiché potranno scegliere quale acquistare in edicola.
In piena promozione con Rebel Heart, che ha avuto un ottima accoglienza nella World Chart, Madonna continua a rilasciare interviste e presenziare nei programmi televisivi per spingere il nuovo album sul mercato, prima di partire in tour mondiale dalla prossima estate.
Eccola nelle 4 cover realizzate per Cosmopolitan e in alcune foto presenti nel numero di maggio 2015, immortalata dalla fotografa Ellen von Unwerth.



Nell’intervista, ripercorrendo gli oltre 30 anni di carriera che ha alle spalle, Madonna definisce la popolarità come qualcosa che “va e viene“, mentre per un artista l’importante è sapere “chi sei, che cosa rappresenti e perché sei qui“.
Grande influencer e promotrice di cambiamenti nella cultura pop e non solo negli ultimi decenni, Madonna sostiene che poco sia cambiato per le donne in materia di sessualità e pregiudizi contro l’età, come aveva già in parte dichiarato lo scorso marzo durante l’intervista a Che Tempo Che Fa.
Viviamo ancora in una società molto maschilista che vuole limitare le persone. Da quando ho iniziato, ho incontrato persone che mi hanno alzato delle barriere perché pensano non si può essere sensuali o mettere la sessualità al centro del proprio lavoro ed essere intelligente allo stesso tempo. Per quanto mi riguarda, la lotta non è conclusa.





Madonna ha utilizzato massicciamente i social media per promuovere il nuovo album. Instagram, in particolare, è la sua applicazione preferita. Ma l’esposizione su Internet, benché sembri un riflesso inevitabile dei nostri tempi, ha il suo contrappeso. Madonna spiega di non aver mai affrontato tanto odio gratuito in decenni di carriera.
È possibile nascondersi dietro il computer o il telefono e dire quello che si vuole, senza essere riconosciuti. Ma si dicono le stesse cose in faccia? Ne dubito.
Online è stato rilasciato il video del dietro le quinte del servizio fotografico di Madonna per Cosmopolitan: in quasi due minuti la clip mostra la cantante sul set tra costumi, maschere e, come sempre, una grande attitudine a conquistare l’obiettivo.
http://www.optimaitalia.com/blog/2015/04/08/madonna-si-fa-in-4-per-le-cover-di-cosmopolitan-foto-video-backstage-e-intervista/196863

Madonna | Behind the Scenes | Cosmopolitan

#SaveTwinPeaks

"Twin Peaks", David Lynch non sarà il regista della nuova serie: "Pochi soldi stanziati"

L'inventore della rivoluzionaria serie tv non dirigerà più i nuovi episodi per mancanza di un accordo economico. Scrive il regista: "Dopo un anno e quatto mesi di negoziati ho lasciato perché i soldi offerti non sono sufficienti per il copione che sento debba essere fatto"
I fan stavano aspettando da 25 anni. Ora, la notizia che nessuno voleva avere: David Lynch rinuncia a dirigere il seguito di Twin Peaks. Lo ha annunciato lui stesso su Twitter e sul suo account Facebook, attribuendo la decisione a un accordo economico non trovato con la catena statunitense Showtime. "Cari amici, dopo un anno e quattro mesi di negoziati rinuncio, perché non viene offerto denaro sufficiente per il copione che sento debba essere fatto", ha scritto Lynch, regista tra gli altri film dei capolavori Mulholland Drive, The Elephant Man e Velluto blu.
I fan della serie televisiva, che in Italia andò in onda con il titolo I segreti di Twin Peaks, creata da Lynch negli anni Novanta e che spopolò in tutto il mondo entrando nella storia delle serie tv, sono affranti. Uno dei tanti messaggi che si leggono in Rete, il tarlo che affligge tutti è: "Che senso ha guardarla se il regista non è Lynch?". Showtime aveva annunciato il sequel di nove puntate che sarebbe dovuto arrivare sul piccolo schermo il 2016 già il 6 ottobre del 2014. A 25 anni dalla sua conclusione, la nuova stagione, ambientata nella Twin Peaks dei giorni nostri, avrebbe dovuto fornire le molte risposte agli interrogativi lasciati aperti dalla seconda stagione. All'epoca la ABC, il canale che la trasmetteva, dopo aver inizialmente lasciato totale libertà creativa a Lynch e all'altro ideatore della serie, Mark Frost, fece pressioni perché fosse rivelato subito il segreto dell'omicidio di Laura Palmer. Fu a quel punto che, pressati dalle richieste del network televisivo, i due accettarono. Gli ascolti calarono e la serie venne improvvisamente interrotta. Ma nulla, della provinciale Twin Peaks e dei suoi inquietanti abitanti, è stato ben chiarito.
"Adoro il mondo di Twin Peaks e mi sarebbe piaciuto che le cose fossero andate in un altro modo", ha dichiarato il regista statunitense. Lynch ha spiegato anche che nel fine settimana ha cominciato a contattare gli attori per dare loro la brutta notizia. Anche Kyle MacLachlan, che interpretò l'agente dell'FBI Dale Cooper, aveva confermato la partecipazione al nuovo capitolo della saga che ruotava attorno all'omicidio di Laura Palmer, nel piccolo, lugubre paese tra le montagne dello stato di Washington. La serie originale aveva per protagonisti, oltre a MacLachlan, anche Sherilyn Fenn, Lara Flynn Boyle e Joan Chen.
Il canale Showtime ieri si è limitato a diffondere un comunicato esprimendo la speranza che Lynch ci ripensi e rientri nel progetto. "Ci rattrista leggere la dichiarazione di David Lynch perché pensiamo di stare lavorando per trovare delle soluzioni, sia con David che con i suoi rappresentanti, ai pochi punti dell'accordo che restano aperti", si legge nella nota. "Anche Showtime adora il mondo di Twin Peaks e restiamo speranzosi di poter 'resuscitare' la serie in tutta la sua gloria, con i suoi due strordinari creatori, David Lynch e Mark Frost", prosegue il comunicato. Oltre che da Lynch, la serie era infatti stata ideata anche dal produttore Frost: entrambi si erano messi al lavoro sulla sceneggiatura della terza stagione riunendo il mitico team che aveva dato vita al primo capolavoro seriale della tv.
Intanto, agli appassionati e ai nostalgici tocca consolarsi rivedendo i 30 episodi delle due stagioni originali trasmesse da ABC tra il 1990 e il 1991, oltre che il film prequel Twin Peaks: Fire walk with me ("Fuoco cammina con me"). Nonostante la macroscopica assenza di Lynch, la Showtime non rinuncia al suo progetto e Twin Peaks dovrebbe tornare in tv nel 2016. I misteri della doppia vita della diciassettenne liceale Laura Palmer, trovata morta tra le nebbie del paesino della provincia americana Twin Peaks, rimarranno ancora in custodia del geniale David Lynch. E se all'epoca la frase "Chi ha ucciso Laura Palmer?" divenne il disturbante mantra degli allora adolescenti, oggi quegli stessi spettatori, cresciuti ma sempre appassionati, si domandano cosa potrà essere Twin Peaks senza David Lynch. Un buon prodotto per la tv generalista, forse, ma sarà certamente improbabile possa emanare quel mistero e quell'oscurità che solo uno come Lynch sa trasmettere.
http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2015/04/06/news/twin_peaks-111294892/

Gli ottant'anni di Fred Bongusto, il crooner "doce doce"

Nel 1960 il suo debutto con il celebre brano in napoletano che è rimasto il suo marchio di fabbrica
Ottant'anni di vita e 55 di carriera per Fred Bongusto, il crooner molisano (è nato a Campobasso il 6 aprile 1935) che ha spesso cantato in napoletano e che da sempre ha casa a Sant'Angelo d'Ischia. Il suo debutto nel 1960 con un 45 giri che presentava sul lato B un brano che poi è rimasto, nel corso del tempo, il suo marchio di fabbrica. E insieme, quasi un modo per definire il suo stile. Era "Doce doce", ancora oggi considerato un classico  (il lato A dello stesso 45 giri si chiamava "Bella bellissima", ma non ebbe alcuna fortuna). Per Bongusto, fu subito successo.
Amico-rivale di Peppino Di Capri, più giovane di quattro anni, Bongusto nei primi anni Sessanta quasi si contrappose allo stile "sincopato", così si diceva allora, del cantante caprese, ispirato al rock'n'roll delle origini, optando per un atteggiamento confidenziale e una vocalità avvolgente e sussurata. "Doce doce", per l'appunto.
Grande fan di Frank Sinatra, Bongusto fu tra i pochi in Italia, insieme a Johnny Dorelli, a riprenderne la lezione. Legando però lo stile tipico del crooner alla lingua napoletana: molto adatta, secondo Bongusto, alla sua particolare vocazione melodica. Un altro grande successo dell'artista molisano, sempre negli anni Sessanta e sempre in napoletano, fu "Frida". Nel 1975 il cantante pubblica un intero album, "Napoli alla mia maniera", dedicato a quella ancora oggi considera la sua città d'adozione.
Tra gli altri successi di Alfredo Antonio Carlo Bongusto, questo il suo nome completo all'anagrafe, vanno ricordati soprattutto "Una rotonda sul mare", canzone-simbolo degli anni Sessanta, ma anche "Malaga", "Spaghetti a Detroit", "Amore fermati", "Tre settimane da raccontare", "Prima c'eri tu" e "Balliamo", quest'ultima scritta da Mimmo Di Francia, che ha firmato anche Champagne" per Di Capri.
Autore di musiche per il cinema, Bongusto ha collaborato con i registi Dino Risi, Salvatore Samperi e  Alberto Lattuada. Per lo sceneggiato tv "Joe Petrosino", sulla figura del popolare poliziotto italo-americano nativo di Padula assassinato dalla mafia nel 1909, ha interpretato "Quattro colpi per Petrosino", il cui testo evoca lo slang degli italo-americani di origine campana.
Molto popolare in Sudamerica (il maestro Joao Gilberto volle incidere la sua "Malaga" in italiano, definendola "una canzone perfetta"), Bongusto ha diradato negli ultimi anni la sua attività. L'ultima apparizione in pubblico è stata il 22 aprile 2013, un concerto in memoria di Franco Califano, scomparso qualche giorno prima: aveva scritto per Fred "Questo nostro grande amore", riproposta in quell'occasione dal cantante di Campobasso.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/04/05/news/gli_ottant_anni_di_fred_bongusto_il_crooner_doce_doce_-111265919/

Muse, Drones: Matt Bellamy, anticipazioni sul nuovo album

Il frontman dei Muse parla del nuovo album, Drones, e rivela le ispirazioni e alcuni temi presenti nei brani del loro disco.
Drones, il settimo album in studio dei Muse, uscirà l'8 giugno 2015. In queste settimane, abbiamo potuto ascoltare due brani inediti che saranno inseriti nella tracklist finle del disco, Psycho e Dead Inside. Proprio partendo da quest'ultimo brano, Matt Bellamy, il leader del gruppo, ha spiegato dove sia nata l'ispirazione:
"un rapporto finisce e una persona diventa morta dentro"
Parlando a Q Magazine, ecco qualche anticipazione sulle canzoni selezionate e sui temi che si rifletteranno nei testi:
"Sono andato molto in interno, molto nelle mie paranoie, nelle sensazioni strane ed esperienze di vita 'abbastanza personali'. Non c'è chissà quanto amore in questo album"
Del resto era già abbastanza prevedibile che il concept del disco non fosse particolarmente influenzato da sentimentalismi o brani con l'amore come soggetto principale. Già nei mesi scorsi, in un intervento sulla BBC Radio 1, Matt aveva sottolineato con attenzione le sfumature cupe e pessimiste presenti:
"Una metafora moderna su cosa significhi perdere l'empatia. Credo che attraverso la tecnologia moderna, e, ovviamente, attraverso i droni da guerra in particolare, sia possibile -effettivamente- fare cose abbastanza orribili.... tramite un telecomando, a grande distanza, senza in realtà sentire e provare nessuna delle conseguenze né sentirsi responsabili in alcun modo"
Ancora più inquietante una possibilità futura per Bellamy:
"Il prossimo passo - in tema droni- saranno quelli autonomi, che effettivamente prenderanno le stesse decisioni di uccidere senza il coinvolgimento di esseri umani"
http://www.soundsblog.it/post/350692/muse-drones-matt-bellamy-anticipazioni-nuovo-album

Lana Del Rey: al lavoro con Mark Ronson per “Honeymoon”

Un’altra artista molto attesa in questo 2015 è senza dubbio Lana Del Rey. La cantante sta lavorando al suo nuovo progetto discografico intitolato “Honeymoon”, ed era già trapelata una tracklist del progetto con tanto di copertina, che a questo punto sembrerebbero essere dei fake.
In una recente intervista infatti, il produttore e re mida delle charts Mark Ronson, ha rivelato il suo lavoro in studio con la cantante di “Born To Die”….
“Farò qualche sessione di registrazione con Lana Del Rey oggi e domani. Lei ha delle canzoni, ed io ho delle demo, se ci troviamo d’accordo, e le piaceranno, partiremo con un lavoro insieme”
Un unione davvero molto interessante. Ronson ha lavorato in precedenza con grandissimi artisti, da Amy Winehouse, a Bruno Mars. Proprio con Bruno è in questo momento il dominatore incontrastato delle classifiche mondiali. Un produttore ed artista esclusivo, che non si è svenduto a molti artisti…
Vedremo cosa salterà fuori da questa collaborazione.
http://www.rnbjunk.com/lana-del-rey-al-lavoro-con-mark-ronson-per-honeymoon/#

È morto il grande regista Manoel de Oliveira, aveva 106 anni

Il cineasta, uno dei più importanti del Portogallo e del cinema mondiale, è deceduto questa mattina. Nella sua lunghissima carriera aveva girato capolavori come "Francisca"
L'annuncio della sua morte è arrivato via Twitter, un mezzo che lui ignorava: Manoel Cândido Pinto de Oliveira è scomparso questa mattina. Nato a Porto l'11 dicembre 1908, nonostante i suoi 106 anni continuava a essere considerato il più grande regista e sceneggiatore che il Portogallo avesse mai avuto. Fino agli ultimi suoi giorni, aveva scelto di stare dietro la cinepresa: aveva infatti festeggiato il 106° compleanno con l'uscita in patria di quello che rimane il suo ultimo cortometraggio, O Velho do Restelo (Il vecchio di Restelo), girato in primavera e presentato all'ultima Mostra di Venezia. Quel cinema che, in poche parole, aveva descritto come "una riflessione sull'umanità" e che usava anche le altri arti come ispirazione, il teatro e la letteratura prima di tutto. Un tarlo che non lo aveva mai abbandonato e che metteva in ogni suo lavoro, considerato tra i più significativi ma anche emblematici del cinema mondiale. "Il cinema è immateriale", raccontava. "La macchina da presa, la sala, lo schermo, sono materiali, ma le immagini sono immateriali. Quando dico che il cinema è anche teatro, voglio dire che il teatro è la rappresentazione della vita, mentre il cinema è anche la rappresentazione della vita ma in questo senso è sempre teatro, perché riproduce l’essenza stessa della vita: le convenzioni. Se mi tolgo il cappello per salutare, questa è una convenzione, una cortesia, ma se esulo dalla convenzione, questo gesto non ha più alcun significato. Le convenzioni rappresentano la vita sia nel cinema che nel teatro".
Terzo di tre figli, nato e cresciuto in una facoltosa famiglia di industriali che si occupavano di passamanerie, dopo gli studi presso i gesuiti e l'adolescenza trascorsa da grande appassionato sportivo, negli anni Trenta Oliveira ha cominciato a girare i primi documentari come Douro, Faina Fluvial (1931) fino a Aniki Bobò (1942) e, poi, Acto de primavera (1963). Ma il 900 lo vedrà protagonista indiscusso del cinema portoghese e non solo: con la sua personalissima visione racconterà la vita e l'esistenza umana attraverso le delizie e i dolori dell'amore, la decadenza della vecchiaia, usando una buona dose di ironia, spesso grottesca. Tra i suoi più importanti film c'è il capolavoro Francisca (1981), ultimo atto di una tetralogia composta da Passato e presente (1971), Benilde e la vergine madre (1974) e Amore di perdizione (1978) ma la lista è lunghissima: in più di 80 anni di carriera ha girato oltre 50 film, tra finzione e documentari, curiosamente realizzando la maggior parte delle sue opere dopo i 60 anni.
Nel 1955 va all'AGFA, l'azienda di prodotti fotografici, in Germania, dove era arrivato per studiare le tecniche di colore delle pellicole, fuggendo dal regime di Salazar. Tornerà a casa con la caduta del dittatore, nel 1970. I suoi lungometraggi hanno cominicato a ricevere attenzione in campo internazionale negli anni Sessanta, quando viene omaggiato al Festival di Locarno (1964) e una rassegna della sua opera viene presentata alla Cinematheque di Henri Langlois, a Parigi (1965). Nel 1971 gira Passato e presente: la Fondazione Gulbenkian sarà per lui fondamentale, finanziando l'intera cinematografia portoghese. Dagli anni Ottanta la carriera di Manoel de Oliveira è stata costellata di premi ma le onorificenze e gli elogi di pubblico e critica non lo hanno fermato: il regista ha continuato a lavorare producendo addirittura un lungometraggio all'anno. Nel 1985 e nel 2004 ha vinto due Leoni d'Oro alla carriera alla Mostra internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e nel 2008 la Palma d'Oro alla carriera al Festival di Cannes.
Gli anni Novanta sono stati per lui i più prolifici: nonostante avesse superato la soglia degli 80 anni, Oliveira si è concentrato sul lavoro più che mai, perché il cinema era e rimase anche in vecchiaia una sua necessità profonda: "Quando esprimo me stesso, un mio sentimento, io non sto facendo propaganda di nulla ma esterno qualcosa che mi viene dal profondo e spontaneamente, come se sgorgasse da una fonte", spiegava. "C’è un filosofo, che non a caso è di origine portoghese ed ebraica e che al tempo dell’inquisizione fuggì in Olanda, Spinoza, il quale affermava che noi ci crediamo creature libere, perché ignoriamo le forze, gli impulsi che impediscono le nostre azioni".
Il punto più alto lo raggiunge in quegli anni: prima con l'opera-fiume Le soulier de satin (1985), poi con I cannibali (1988) e No, o la folle gloria del comando (1990), La divina commedia (1991) e La valle del peccato (1993). Viaggio all'inizio del mondo, del 1997, vedrà l'ultima interpretazione di Marcello Mastroianni. Gli anni 2000 lo vedranno ancora incessantememte all'opera con pellicole e documentari che racconteranno la vecchiaia, l'infanzia e la morte, senza mai cedere a indagare sulla società. Dopo ave superato il secolo, Oliveira ha girato Singolarità di una ragazza bionda (2009), O Estranho Caso de Angélica (2010) e Gebo e l'ombra (2012).
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/04/02/news/e_morto_il_regista_manoel_de_oliveira_aveva_106_anni-111061012/

Tutto il mondo ne parla: Björk al MoMA di New York

Incluso nel prezzo del biglietto del Museum of Modern Art di New York – 25 dollari, ma ne vale la pena – è la mostra dedicata all'eclettica Björk. Tutti ne parlano, ma molti non l’hanno vista. Noi ci siamo andati e quel che abbiamo visto è questo. Quanto alle polemiche...
STRUMENTI E INSTALLAZIONI SITE SPECIFIC
La già celeberrima retrospettiva, intitolata semplicemente Björk, celebra la poliedrica e prolifica carriera dell’artista islandese dal suo primo album solista, Debut, uscito nel 1993, ai giorni nostri. La mostra presenta al piano terra del museo i tanti strumenti, desueti e spesso inventati ex novo, utilizzati in Biophilia (2011): dal gameleste, organo a canna, all’immensa gravity harp passando da una bobina di Tesla (!).
La chicca è però allestita al piano superiore: una videoinstallazione dalla grande forza espressiva e della durata di circa dieci minuti: è Black-lake e Björk (Reykjavík, 1965) l’ha concepita e realizzata appositamente per l’evento, in collaborazione con il regista Andrew Thomas Huang. Nel video, il cui titolo rimanda all’omonimo brano presente nell’ultimo disco, Vulnicura (2015), la cantante si aggira in mezzo a un paesaggio arido e brullo, che pare essere proprio un enorme lago prosciugato (“My heart is an enourmous lake”, recita l’incipit della canzone).
VIDEOCOLLABORAZIONI
In una seconda sala è proiettata una selezione di video realizzati dall’artista, per un totale di circa due ore e mezzo di durata. Ed è qui che emergono con ancora più forza le tante collaborazioni artistiche che hanno segnato la carriera dell’islandese: fra le tante, quella con Spike Jonze (It’s oh so quiet, Triumph of the heart) e con Michel Gondry (Army of me, Crystalline, giusto per citare alcuni video); senza dimenticare la relazione che l’ha legata a Matthew Barney.
UNA MOSTRA BIOGRAFICA
La ventennale carriera dell’artista viene raccontata poi attraverso immagini, pagine di diario, oggetti e costumi di scena: memorabile l’abito/cigno firmato da Marjan Pejoski e indossato dalla cantante nel 2011 in occasione della 73esima edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar, o ancora i due robot protagonisti del multipremiato video del 1999, All is full of love. Tutto questo materiale è disposto in modo da seguire un racconto biografico ma al contempo immaginario, scritto dalla stessa Björk e dall’autore islandese Sjòn. Questa sezione della mostra, intitolata Songlines e allestita al terzo piano del MoMA, prevede l’utilizzo di cuffie e iPod, dati in dotazione dal museo, in modo che musica e parole possano accompagnarne la visione (sulla falsariga di questo avviene per la mostra-monstre dedicata a David Bowie e che ha già fatto il giro di mezzo mondo).
Per l’occasione il MoMA ha anche annunciato l’acquisizione dell’applicazione/album di Björk Biophilia. La prima app a entrare a far parte della prestigiosa collezione di uno tra i più importanti musei d’arte moderna del mondo. (g.b.)
LE POLEMICHE
Dunque, tutto bene? Certo si tratta dell’evento di cui tutti parlano, e quindi il tasso di successo mediatico (così come il numero di visitatori) è assicurato. E il carattere estremamente “multiverso” della protagonista contrubuisce a coinvolgere pubblici anche molto diversi tra loro. Così, in maniera tutt’altro che consueta, il Time ha dedicato un lungo articolo alla retrospettiva, facendo commentare alla stessa Björk dodici immagini della sua biografia (naturalmente presenti in mostra).
E tuttavia, le voci entusiaste si fermano pressapoco qui. Artnet racconta che la private view del 3 marzo, quella dedicata ai trustees, sia andata sostanzialmente deserta: una maniera piuttosto chiara per testimoniare il proprio disaccordo. Non ha usato mezzi termini, come al solito, Jerry Saltz, che parla di “disastro“; non ci è andata leggera nemmeno Deborah Solomon con il termine “abominio“; dal canto suo, M.H. Miller chiude il suo articolo per Artnews con queste parole: “I felt sad and embarrassed leaving the museum. Embarrassed for Björk mostly, who deserved better than this, but also for MoMA“. In mezzo al fuoco incrociato, il direttore del PS1 Klaus Biesenbach, curatore della mostra: e già si vocifera addirittura di un licenziamento in arrivo, nel quadro più ampio dei giochi di potere che ammantano inevitabilmente il MoMA. (m.e.g.)

New York // fino al 7 giugno 2015
Björk
a cura di Klaus Biesenbach
MOMA
11 West 53th Street
+1 212 7089400






http://www.artribune.com/2015/04/tutto-il-mondo-ne-parla-bjork-al-moma-di-new-york/